Pensioni anticipate, ecco quanto costano le proposte sull’«Ape»

Fonte: Il Sole 24 Ore

Rispetto alle proposte di riforma della flessibilità pensionistica “Damiano” (pensionamento possibile dai 62 anni e anzianità minima di 35, senza distinzione uomini/donne) e “Boeri” (63 anni e 7 mesi di età e 20 di anzianità contributiva, con aggancio ai progressi di vita attesa) la proposta su cui lavora il Governo e fondata sull’Ape (Anticipo pensionistico, dal 2017, per gli uomini con 63 anni e 7 mesi, 62 anni e 7 mesi le donne) è «meno conveniente per il lavoratore» ma «comporta un minore coinvolgimento dei conti pubblici». Il giudizio è dell’Ufficio parlamentare per il Bilancio (Upb), che oggi ha pubblicato un “Focus” dedicato al «Dibattito sulla flessibilità pensionistica».

Con Ape ”aiuto” pubblico solo per i redditi piu’ bassi
L’Ape allo studio, che dovrebbe essere introdotto con la prossima legge di Bilancio, «nasce dall’esigenza di ridurre il più possibile l’impatto della flessibilità sui conti pubblici. Ogni lavoratore sarebbe chiamato a sostenere in prima persona i costi del suo accesso anticipato alla pensione», con l’assistenza pubblica «che si attiverebbe solo a favore dei redditi più bassi». Secondo le stime dell’Upb, la proposta di Boeri avrebbe un costo a regime di di 650 milioni nel 2017 (2,8 miliardi nel 2024) mentre l’ipotesi Damiano peserebbe nella fase iniziale per oltre 3 miliardi di euro inizialmente (8 al 2024).

Piano rientro Ape, standardizzazione contratto «subottimale»
L’Ape in cantiere prevede prestiti da parte di banche e assicurazioni attraverso l’Inps, che dovranno poi essere restituiti a rate dai pensionati “in anticipo” nel giro di vent’anni. Su questo fronte, l’Upb rileva che «una totale standardizzazione del contratto potrebbe rivelarsi subottimale». Quanto alla Rendita integrativa temporanea anticipata (Rita; dovrebbe consentire agli over 63 con previdenza complementare intenzionati a utilizzare la flessibilità pensionistica, di incassare parte della pensione integrativa per ridurre l’impatto dell’Ape), l’anticipo tramite la previdenza complementare, «difficilmente» potrà «essere subito risolutiva».

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