Interessante sentenza della Corte di Cassazione, avuto riguardo al conferimento di incarichi dirigenziali, i quali seppur discrezionali, tuttavia, sono soggetti a precisi criteri e principi di trasparenza evidenziati dalla normativa. Un’eventuale deviazione, dai citati criteri, apre le porte ad ipotesi di danno risarcibile, per avere l’Amministrazione violato i principi di imparzialità e buona fede, previsti dall’art. 97 della Costituzione. Da qui discende che, qualsiasi conferimento di incarico dirigenziale, deve essere assoggettato a procedura e/o valutazione comparativa, da effettuare mediante l’adozione di adeguate forme di partecipazione ai processi decisionali da parte degli stessi dirigenti aspiranti all’incarico, nonché, una vota effettuata la scelta, la necessaria motivazione che ha condotto l’amministrazione al conferimento del citato incarico dirigenziale. La mancanza di tali garanzie procedurali, configurando inadempimento contrattuale, è foriero di produrre un danno risarcibile. In estrema sintesi, sono queste le conclusioni contenute nella sentenza n.7495, della Corte di Cassazione, sezione lavoro, pubblicata in data 14 aprile 2015.
L’amministrazione che conferisce un incarico dirigenziale, in assenza di procedura comparativa e di motivazione, è soggetta a danno risarcibile
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