Il Commento – La Corte dei Conti e il danno corruttivo

di G. Crepaldi (www.ilpersonale.it 5/11/2015)

La sentenza della Corte dei Conti, sezione giurisdizionale della Regione Lombardia, del 27 luglio 2015 n. 135 interviene nella vicenda nota come “sistema Sesto” ossia il sistema di condotte criminose corruttive nell’ambito delle attività produttive e dell’edilizia messe in atto nel Comune lombardo di Sesto San Giovanni.
La pronuncia compie dapprima delle affermazioni sul rito processuale del giudizio contabile per l’accertamento della responsabilità amministrativa, ritenendo che la sentenza penale di patteggiamento ex art. 444 del Codice di procedura  penale, pur non facendo stato nei giudizi civili e amministrativi, unitamente agli atti del relativo fascicolo, costituisce una fonte di cognizione soggetta al libero apprezzamento del giudice in ordine agli effetti dell’accertamento penale nei giudizi restitutori e di risarcimento di danno, tenuto conto che il patteggiamento della pena dalla giurisprudenza è equiparata ad una “tacita ammissione di colpevolezza”, perché dopo la modifica dell’art. 445 c.p.p. da parte dell’art. 2 della legge 27 marzo 2001 n. 97 la sentenza di applicazione della pena su richiesta delle parti è assimilata a un elemento di prova per il giudice di merito, il quale, ove intenda disconoscere tale efficacia probatoria, ha il dovere di spiegare le ragioni per cui l’imputato avrebbe ammesso una sua insussistente responsabilità e il giudice penale avrebbe prestato fede a tale ammissione.

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