Statali, il problema più grave è il merito non premiato

Fonte: il Messaggero

L’INDAGINE
LAVORARE nella Pubblica amministrazione? Tutto sommato piacevole sul piano dei rapporti personali.
Ma un po’ frustrante se si ha la legittima ambizione di far carriera per merito.
O se ci si considera abbastanza in gamba da meritare una gratifica economica.
Perché i parametri di valutazione dei capi, spesso, sono di tutt’altra natura.
E poi non sarebbe male migliorare l’organizzazione tecnologica.
Anche se qualche progresso, in questi anni, è stato fatto.
Se si dà una sbirciata dentro il mondo dei dipendenti statali, si trova un’umanità carica di passione e aspirazioni che talvolta non trovano soddisfazione.
Anche se non mancano aspetti positivi.
Un’indagine condotta dal Forum Pa attraverso 2mila questionari inviati a funzionari e impiegati (55%), posizioni organizzative (20%) e dirigenti (18% per lo più under 55), fa emergere un quadro in chiaroscuro degli umori che si vivono nelle amministrazioni centrali e periferiche dello Stato.
Un pianeta popolato da 3,8 milioni di persone.
L’indagine, realizzata pochi giorni fa, è stata costruita a campione per rispondere ad alcune domande.
Come si lavora nella Pa? Come vivono la propria condizione lavorativa, in termini di benessere organizzativo, i dipendenti pubblici? E quali sono gli elementi di maggior criticità? La foto dell’ambiente di lavoro pubblico che esce dal sondaggio è piuttosto controversa.
C’è, infatti, una prevalenza di giudizi tutto sommato positivi sulle relazioni interpersonali e sulla comunicazione: il 33,5% dichiara che gli obiettivi dell’amministrazione sono sempre o spesso chiari e ben definiti contro un 11% che afferma che non sono mai espressi con chiarezza.
Il 24% sostiene di essere coinvolto sempre o spesso dai dirigenti sui temi inerenti il proprio lavoro, mentre il 20% dichiara di non essere mai ascoltato.
Maggiori dubbi sulla comunicazione interna sia tra colleghi, sia con la dirigenza: solo il 22% la definirebbe ricca e frequente contro un 28% che si lamenta di non avere mai comunicazione e un restante 50% che la sperimenta solo saltuariamente.
Ma il problema che il panel percepisce come il più grave è quello del merito e dell’equità.
Partiamo proprio dal merito: solo il 6% dei dipendenti dice che nella propria organizzazione il merito è il principale criterio per gli avanzamenti di carriera contro un 63% convinto del fatto che questo non avviene mai e un 31% che lo definirebbe episodico.
Anche per gli incentivi economici la situazione non è molto differente: per il 59% non sono mai distribuiti sulla base dell’efficacia delle prestazioni, per il 31% questo avviene ogni tanto e solo per il 10% si tratta di una prassi.
Passando poi al delicato processo di valutazione, solo il 15% lo giudica trasparente, mentre il 48% dice che non lo è mai e il 37% che lo è solo qualche volta.
Quanto all’innovazione tecnologica, c’è un 33% che dà atto alla propria organizzazione di essere attenta ma il 53% che constatata che questo avviene solo in forma episodica.
E va ancora peggio per l’introduzione di nuove professionalità: solo per il 12% vengono valorizzate contro un 41% che si dichiara di parere opposto e un 47% che ne ha avvertito solo tracce episodiche.

La P.A. vista da dentro

Indagine condotta dal Forum PA tra oltre 2.000 impiegati, funzionari, dirigenti Il 24% si ritiene coinvolto dai dirigenti; il 20% ritiene di non essere mai ascoltato Il 15% giudica trasparente il processo di valutazione; il 48% dice che non lo è mai Per il 33,5% gli obiettivi dell’amministrazione sono chiari e definiti; per l’ 11% invece sono oscuri Soltanto il 6% dei dipendenti dice che il merito viene usato come criterio per la carriera; per il 63% questo non avviene mai

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