Milano, l’inchiesta sull’urbanistica colpisce la giunta Sala

Non più solo lottizzazione abusiva, si indaga su una vera e propria “lobby” dell’urbanistica; chiesti domiciliari per l’assessore Tancredi, altri 5 indagati

 

Il Sole 24 Ore
17 Luglio 2025
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di SARA MONACI (dal Sole 24 Ore)

L’inchiesta sui presunti abusi edilizi di Milano sta diventando altro. Non si parla più solo di lottizzazione abusiva: sotto la lente a questo punto c’è l’esistenza di una presunta “lobby” del settore, dove gli interessi pubblici si mescolano con quelli privati. Per questo la Procura ha chiesto sei custodie cautelari, tra cui quella ai domiciliari per l’assessore all’Urbanistica Giancarlo Tancredi, accusato di falso e corruzione, e per l’ad della Coima, Manfredi Catella, accusato di corruzione per parcelle pagate dalla sua società per quasi 140mila euro – per il progetto del Pirellino e per lo studentato che verrà realizzato dopo il Villaggio olimpico – a Alessandro Scandurra, membro della commissione paesaggio (che in totale avrebbe incassato 2,5 milioni). Per altri 4 imprenditori è stata chiesta la custodia cautelare in carcere. Tra gli indagati – che sono oltre 20 – risulta anche l’archistar Stefano Boeri, già indagato nella vicenda della presunta turbativa d’asta all’interno della commissione di gara della Beic (in questo caso il gip respinse la richiesta per i domiciliari).

Ieri il nucleo Pef della Gdf di Milano, su delega della Procura di Milano, ha fatto perquisizioni nelle case e negli uffici, arrivando fino a Palazzo Marino. E così questa serie di inchieste sulla costruzione di grattacieli senza piani attuativi fa un salto di qualità: non si parla più solo di lottizzazione abusiva, ma di corruzione, falso in atti pubblici e induzione a chiedere o promettere utilità. Per il capo della procura Marcello Viola, che segue la vicenda con i pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici e l’aggiunto Tiziana Siciliano, «il fenomeno di incontrollata espansione edilizia ha assunto dimensioni di rilievo notevolissimo». Dopo gli interrogatori di garanzia del 23 luglio il gip deciderà se assecondare o meno le richieste della Procura sugli arresti. Dalle carte dell’inchiesta emerge «un patto corruttivo» tra pubblico e privato con l’obiettivo di un «Pgt ombra» e di una trasformazione urbanistica fuori dalle regole.

La presunta corruzione vede accusati, tra gli altri, anche Giuseppe Marinoni (chiesti per lui gli arresti in carcere) come ex presidente della Commissione per il paesaggio del Comune, e Federico Pella, manager e socio della società di ingegneria J+S. «L’accordo corruttivo» sarebbe stato remunerato «anche attraverso contratti di collaborazione». In sostanza Marinoni avrebbe favorito gli interessi economici della società privata «in cambio della partecipazione ai conseguenti affari e guadagni». Tancredi da parte sua avrebbe agevolato l’attività svolta da Marinoni «in conflitto di interessi», e fornito «specifico supporto all’affare Nodi e Porte metropolitane, accordando il patrocinio del Comune di Milano e partecipando e stimolando incontri con gli operatori privati interessati alla realizzazione dei progetti urbanistici elaborati dalla J+S srl e dalla Studio Marinoni».

Un groviglio di interessi in conflitto fra loro, spiega la in sostanza la Procura. Dagli atti emerge che le strategie «si traducono in accordi sempre più definiti con Unipol, Redo, Carfin, EuroMilano, LeandLease, Noods, Hines e Coima, Atm e Rfi (ferrovie) e gli altri soggetti sempre in accordo con Tancredi». Viene inoltre sottolineato «che anche il sindaco Sala e il direttore generale Malangone condividono e appoggiano le strategie di Marinoni e delle società coinvolte», e che «Tancredi, in sintonia con il sindaco, porta avati relazioni private con gruppi della finanza immobiliare per la soddisfazione dei loro interessi…approfittando delle posizioni di potere…». La richiesta di arresto nei confronti di Tancredi è passaggio cruciale: è infatti uno degli uomini più importanti della giunta Sala, precedentemente dirigente nello stesso settore. Si tratta di una figura rilevante per Palazzo Marino, a metà tra il tecnico e il politico, e che recentemente ha messo la firma sull’ultimo Pgt. Altra figura chiave, per cui la Procura chiede i domiciliari, è quella di Catella, ad di una delle società di sviluppo immobiliare più attive a Milano, che ha realizzato importanti progetti come piazza Gae Aulenti e Porta Nuova, oltre ad avere in mano la costruzione ancora in corso del Villaggio olimpico per le Olimpiadi invernali di Milano e Cortina 2026.

Le indagini fino ad ora si erano concentrate su questioni molto tecniche, sostanzialmente l’utilizzo della Scia al posto dei piani attuativi, la via breve scelta dall’amministrazione comunale di Milano che ha fatto leva su un’interpretazione “facilitata” di norme complesse e affastellate, nate negli anni Quaranta e poi modificate fino ai primi anni del Duemila in modo poco coerente. Adesso invece la questione centrale del dossier della Procura è la presenza di una vera e propria “lobby” dell’urbanistica, come in parte già emerso nell’inchiesta sul progetto “Scalo House”, oggi sotto sequestro. Le parole di Sala: «Non ci riconosciamo in questa lettura. Abbiamo intrapreso un percorso di riorganizzazione, non vorremmo che venisse vanificato».

Articolo integrale pubblicato su Il Sole 24 Ore del 17 luglio 2025 (In collaborazione con Mimesi s.r.l)

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