Manager Pa, il Governo impone il taglio del 25% degli stipendi. Decreto in Aula al Senato

Fonte: Il Sole 24 Ore

Alla fine il taglio del 25% degli stipendi delle Spa pubbliche passa. A termine di una maratona durata fino a mezzanotte è arrivata infine la soluzione al nodo dei compensi dei manager pubblici: tutti quelli che non rientrano già nel tetto introdotto con il Salva-Italia (circa 300mila euro, il trattamento economico del primo presidente della Cassazione) al prossimo rinnovo si vedranno sforbiciare del 25% tutti i compensi, “a qualunque titolo determinati”. Si tratta dei manager delle società a controllo pubblico diretto o indiretto, quotate e non quotate «che emettono esclusivamente strumenti finanziari, diversi dalle azioni, quotati nei mercati regolamentati». Tra queste Eni, Enel, Finmeccanica, Ferrovie e Poste. È questo il risultato della maratona notturna promossa dalle Commissioni Affari costituzionali e bilancio del Senato, che hanno così completato l’esame del Dl del fare.

Senato, i gruppi riducono gli emendamenti. No fiducia
Al via in Aula la discussione generale sul provvedimento che, considerate le modifiche introdotte, dopo il sì dell’Aula di Palazzo Madama dovrà tornare alla Camera per la terza lettura. I gruppi di maggioranza e opposizione hanno deciso una riduzione di emendamenti – ne sono stati presentati circa 700 – e ordini del giorno. Lo ha riferito il presidente dei senatori del Pd, Luigi Zanda, al termine della riunione dei Capigruppo di Palazzo Madama. Nella riunione, il Governo ha manifestato l’intenzione di non porre la fiducia. Era presente il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini.

L’Aula ha respinto le pregiudiziali di costituzionalità presentate da M5S, Sel e Lega Nord, è quindi iniziata la discussione generale sul provvedimento. L’obiettivo é di dare il via libera stasera al decreto, atteso a Montecitorio Camera già per la giornata di domani.

Regolarità tributaria, salta il Durt
Sul tetto agli stipendi dei manager la giornata di ieri è stata caratterizzata da un braccio di ferro tra Governo e partiti della maggioranza. In un primo tempo infatti le commissioni Affari Costituzionali e Bilancio del Senato avevano soppresso a larga maggioranza i tagli introdotti, anche con un emendamento del Governo, nel Decreto del Fare. In serata, però, Esecutivo e maggioranza hanno lavorato al recupero della norma. Via libera anche alla soppressione della norma del provvedimento – introdotta alla Camera – che istituiva il Durt, il documento unico di regolarità tributaria. Si tornerebbe quindi al testo del Governo in materia di responsabilità solidale fiscale. Approvato anche un ordine del giorno che rinvia la questione alla delega fiscale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *