Il lavoro pubblico nella emergenza Coronavirus: le indicazioni della Funzione pubblica

Approfondimento di C. Dell'Erba

Le amministrazioni pubbliche non possono più collocare in esenzione i propri dipendenti a partire dallo scorso 19 luglio, che ricordiamo essere la data di conversione del d.l. n. 34/2020. Tutte le PA devono garantire la presenza presso le proprie sedi ed i propri uffici dei dipendenti e non più solamente di quelli impegnati in attività indifferibili. Rimane ancora pienamente applicabile il principio per cui il lavoro agile continua ad essere la modalità ordinaria di svolgimento delle prestazioni nella attuale fase di emergenza, ma esso deve essere svolto da un numero di dipendenti non superiore al 50% del personale che è adibito allo svolgimento di tali attività e non del totale dei dipendenti in servizio presso l’amministrazione. Possono essere così sintetizzati i principali suggerimenti contenuti nella circolare del Dipartimento della Funzione pubblica n. 3 “Indicazioni per il rientro in sicurezza sui luoghi di lavoro dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni”. Queste indicazioni sono inoltre contenute nel “Protocollo quadro per la prevenzione e la sicurezza dei dipendenti pubblici sui luoghi di lavoro in ordine all’emergenza sanitaria da Covid-19”, che è stato siglato lo scorso 24 luglio tra il Ministro per la Pubblica Amministrazione e le organizzazioni sindacali e che è stato preceduto da un analogo documento.

Le indicazioni della Funzione pubblica

La norma di riferimento per le PA in tema di organizzazione del lavoro dipendente nella attuale fase di emergenza da Coronavirus è costituita dall’articolo 263 del d.l. n. 34/2020, per come convertito dalla legge 77/2020. Con questa disposizione, “da un lato, viene richiesto alle PA di adeguare l’operatività di tutti gli uffici alle esigenze dei cittadini e delle imprese connesse al graduale riavvio delle attività produttive e commerciali, e, dall’altro, di organizzare il lavoro dei propri dipendenti e l’erogazione dei servizi attraverso la flessibilità dell’orario di lavoro, rivedendone l’articolazione giornaliera e settimanale, applicando il lavoro agile, con le misure semplificate ..  al 50% del personale impiegato nelle attività che possono essere svolte in tale modalità”. La disposizione si caratterizza inoltre per le seguenti 2 scelte: necessità della “presenza del personale nei luoghi di lavoro non più correlata alle attività ritenute indifferibili ed urgenti; superamento dell’istituto dell’esenzione dal servizio”, che ricordiamo essere stata introdotta dal d.l. n. 18/2020 per il personale non impegnato in attività indifferibili che richiedono la presenza in servizio e che non può essere utilizzato con le modalità del cd lavoro agile, anche nella forma semplificata prevista per l’attuale fase di emergenza sanitaria da epidemia di Covid-19.

>> CONTINUA A LEGGERE L’ARTICOLO INTEGRALE QUI.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *