Il lavoro a misura di sé: l’intervista a Paolo Fossati

Scriviamoci di meno e parliamoci di più, il corso con Paolo Fossati che indaga le tecniche di comunicazione e consapevolezza nel lavoro: 11 e 12 dicembre, ore 9:30 – 12:30

1 Dicembre 2025
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Per comprendere meglio il tema delle soft skills e l’agilità lavorativa che possono portare, abbiamo intervistato l’esperto Paolo Fossati che è stato direttore Area Risorse Umane e Comunicazione di Ente Pubblico. Dal 2015 è docente specializzato in competenze organizzative e relazionali dei dipendenti della Pubblica Amministrazione e delle società partecipate. Il corso di Paolo Fossati “Scriviamoci di meno, parliamoci di più” per trasferire ai partecipanti le Soft Skills da applicare nella vita d’ufficio di tutti i giorni s terrà online giovedì 11 e venerdì 12 dicembre dalle ore 9:30 alle 12:30.

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Indice

Le soft skills stanno diventando sempre più importanti nel panorama del lavoro, ora certificate anche dal decreto del Ministro per la Pubblica Amministrazione adottato il 28 giugno 2023: quali sono le soft skills irrinunciabili a suo avviso?


Guarda, spesso inizio i corsi con una domanda: quanti anni di studio ci vogliono per prendere un diploma? Molti rispondono istintivamente cinque anni. Eh, magari… Se sommiamo elementari, medie e superiori arriviamo a tredici. Ecco, se volessimo ricostruire le ore che in questi tredici anni i nostri insegnanti hanno
dedicato ad allenarci per andare d’accordo con i compagni di classe, per trovare la forza interiore utile a superare una difficoltà, per vincere la paura della lavagna, bene, dovremmo concludere con un misero zero ore! Quindi è ovvio che adesso noi siamo quasi a mani nude di fronte a sfide quotidiane, come ad esempio gestire il rapporto con il collega difficile, piuttosto che un attacco personale, governare le nostre emozioni durante una riunione, interagire con gli utenti… Per questo le hard skills, cioè le competenze tecniche, pur fondamentali, da sole non bastano.

Torniamo alla domanda iniziale: quali sono le competenze trasversali più importanti?


Giusto, le più importanti. Dunque, l’empatia, come molti sono indotti a pensare, specie dopo anni di interazione con i cittadini, è senza dubbio rilevante. Al tempo stesso ce n’è un’altra che conta ancora di più: si tratta della consapevolezza emotiva. Attenzione: essere consapevoli delle proprie emozioni non vuol dire trattenersi, costringersi a rimanere calmi quando interiormente sentiamo eruttare un vulcano. Significa, piuttosto, acquisire padronanza di sé. Infatti, più sei cosciente della tua emotività più, di conseguenza, conosci i tuoi confini e i tuoi grilletti emotivi. Cosa mi attiva? Cosa rischia di farmi perdere le staffe? Come reagisco agli stimoli esterni? Cosa trasmetto di me? Cosa posso fare per migliorare le mie risposte in situazioni difficili…? Lavorare su di noi è, di fatto, l’unico strumento a nostra disposizione, perché gli altri, gira e rigira, non li cambi. A quel punto, sì che puoi rapportarti meglio anche con chi hai di fronte allo sportello, in riunione, in ufficio, perché hai sviluppato maggiore consapevolezza. Insomma, tutto sta nel diventare autenticamente padroni di noi stessi.

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CORSO DI FORMAZIONE

Scriviamoci di meno, parliamoci di più

Carisma, intelligenza emotiva e strumenti innovativi per promuovere un clima di fiducia e collaborazione. Perché la capacità di tenere unito il team aiuta a ottenere i risultati d’eccellenza

11 Dic 2025 – 12 Dic 2025  ore 9.30 – 12.30

195.20 €

Una parte del suo corso è dedicato a suggerimenti per mettere in pratica il “Work-Out Program”, ci spiega di cosa si tratta?

La storia degli ambienti di lavoro ci fornisce numerosi esempi di team, tra il mondo pubblico e quello privato, profondamente divisi e conflittuali, e per questo incapaci di produrre risultati eccellenti. Poi un giorno si affaccia sullo scenario delle organizzazioni un autentico genio, di cui farò il nome solo al corso… Questo signore intuisce che la sua realtà professionale avrebbe avuto bisogno di una rivoluzione, non tanto e non solo in termini di prodotto, quanto in termini di relazioni interpersonali. Cosa si inventa: mette insieme un primo gruppo pilota di una ventina di persone e li porta fuori sede per un intero weekend, creando le condizioni perché si conoscano meglio dal punto di vista personale.
Fino a quando, la domenica pomeriggio, chiede a ciascuno di loro di scrivere un elenco dei punti di forza e dei margini di miglioramento di tutti i colleghi.

Caspita, ci vuole un bel coraggio…

Esatto, un enorme coraggio. Ma aspetta, non è finita. Mica si limitano a scrivere. A turno si alzano in piedi e leggono pubblicamente ciò che hanno scritto: cosa penso dei miei colleghi in termini di eccellenze e quali sono, a mio avviso, gli aspetti che possono migliorare. Ebbene, al di là delle più rosee aspettative, quella domenica pomeriggio quel gruppo riscrive per sempre il codice della comunicazione interna. Risultati: i conflitti cessano, esattamente come la pratica di nascondere la polvere sotto il tappeto e l’onestà intellettuale prende il posto dei pettegolezzi, con enormi vantaggi sulla performance.

Un autentico miracolo.


Miracolo? In realtà è bastato poco: volontà e metodo. Ecco, è la stessa cosa di cui parliamo al nostro seminario online dell’11 e 12 dicembre. Quando proponiamo questa pratica ai corsi in presenza, ovviamente dopo ore spese a preparare il terreno, assistiamo a sessioni a dir poco memorabili, dove finalmente le persone si liberano di inutili fardelli emotivi e tornano a parlarsi in termini costruttivi e di collaborazione. Detto altrimenti, costruire una sana cultura del feedback favorisce la crescita della persona e del team.

Il contesto della Pubblica Amministrazione è spesso caratterizzato da procedure rigide. Quali sono a suo avviso le criticità maggiori del lavoro all’interno della PA?

Una su tutte è ben riassunto dal ritornello “abbiamo sempre fatto così”, che rappresenta l’ostacolo più grande. Si sono già compiuti passi da gigante per superarlo. Non basta. E poi c’è la logica dei silos: io faccio il mio pezzettino, curo il mio orticello, quello che viene prima e quello che viene dopo non è di mia competenza. Dove ci spinge questo modo di pensare? Verso il devastante “gioco della colpa”: davanti a un incidente di percorso tutti si tirano indietro e additando qualcun altro, è lui il responsabile! Basta, abbiamo bisogno di
uscire definitivamente da un vortice così autolesionista.

Come?

Aumentando il livello di fiducia tra chi lavora gomito a gomito. In tal senso abbiamo già parlato del “Work-Out program”, cui è bene affiancare sistemi per fare chiarezza su aspettative, obiettivi, ruoli e regole del gioco.

Ed ecco la comunicazione assertiva, giusto?

Esatto! Arriviamo proprio lì. In tal senso l’empatia gioca un ruolo fondamentale: cioè avere la sensibilità di alzare gli occhi dal proprio ombelico e cogliere come sta l’altro, cosa prova, quali emozioni vive o trattiene… Ascoltarlo, ascoltarlo davvero senza interrompere, affinare l’abilità di osservare i dettagli, da cui passa la decodifica dei gesti del linguaggio del corpo.
In definitiva quello che proponiamo, a partire dal corso disponibile sul sito di Maggioli Editore: “Scriviamoci di meno, parliamoci di più”, previsto online nelle mattine di giovedì 11 e venerdì 12 dicembre, sono strumenti per fare un salto di qualità: una volta acquisiti, fanno parte del nostro bagaglio per sempre, al di là degli uffici o degli Enti che negli anni cambieremo e al di là dei colleghi con cui lavoriamo o lavoreremo.

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Scriviamoci di meno, parliamoci di più

Carisma, intelligenza emotiva e strumenti innovativi per promuovere un clima di fiducia e collaborazione. Perché la capacità di tenere unito il team aiuta a ottenere i risultati d’eccellenza

11 Dic 2025 – 12 Dic 2025  ore 9.30 – 12.30

195.20 €

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