Criticità nell’applicazione di norme anticorruzione, ANAC indaga

*Di Mia Manduchi, studentessa del Liceo classico Giulio Cesare.

Nell’ultimo periodo sono state rilevate delle criticità in merito all’applicazione delle norme anticorruzione emanate dall’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione). La stessa istituzione ha dunque dato il via ad un’indagine finalizzata ad esaminare più nel concreto le difficoltà delle pubbliche amministrazioni, interrogandosi su quali siano le principali criticità, sul perchè di queste e concentrandosi sull’analisi di proposte risolutive per apportare miglioramenti.

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Vediamo dunque insieme le varie criticità.

Indice:

  1. Le criticità;
  2. Cosa si cela dietro a queste problematiche?;
  3. La situazione all’interno delle PA;
  4. Proposte di risoluzione alla corruzione.

1. Le criticità

I problemi più diffusi in ambito di “applicazione di norme anticorruzione” nelle PA rilevati dall’ANAC sono i seguenti:

  • una grande difficoltà nell’attuare la rotazione del personale;
  • la mancanza degli adeguati controlli all’applicazione del divieto di pantouflage;
  • una carenza dal punto di vista di sensibilizzazione sulla materia.

2. Cosa si cela dietro a queste problematiche?

L’Autorità Nazionale attuando un’indagine più approfondita si è resa conto del fatto che dietro alle criticità si celano motivazioni concrete.

In primo luogo, si è venuti a conoscenza dei motivi della difficoltà nell’attuare la rotazione del personale, questa è infatti impossibilitata da fattori come: 

  • la presenza di poco personale organico;
  • la solida resistenza ai cambiamenti da parte del personale;
  • l’eccessiva specificità dei ruoli che porta di conseguenza ad un insoddisfacente disponibilità di figure con le competenze richieste;
  • una difficoltosa programmazione della rotazione pluriennale dovuta all’ormai automatizzato rinnovo dell’incarico di Rpct al termine del triennio;
  • la scarsa reperibilità di software adeguati all’informatizzazione dei processi e i costi eccessivi che questa comporta.

3. La situazione all’interno delle PA

Possiamo rilevare questo tipo di problematicità sia in grandi e medie amministrazioni che in quelle più piccole. L’opinione più diffusa nelle grandi aziende riguardo alle norme anticorruzione è che queste siano un mero appesantimento burocratico che grava sui lavoratori senza effettivamente risolvere la situazione. Mentre nelle piccole amministrazioni non viene direttamente dato peso al problema. L’ANAC pensa infatti che il problema di base sia la disinformazione e la poca sensibilizzazione sull’argomento e propone corsi di formazione come arma per combattere ciò. 

Tuttavia la difficoltà di applicazione delle norme non è sempre dovuta al disinteresse, spesso infatti le PA si trovano in carenza di risorse umane ed economiche, il che le impossibilita dal punto di vista pratico. Un ulteriore impedimento, soprattutto per le piccole amministrazioni, risulta essere il fatto che il fenomeno di “whistleblowing” sia sempre meno presente a causa dell’impossibilità di tutelare il segnalante, a quest’ultimo, spesso, non viene infatti garantito il segreto professionale.  

>>Per approfondire il fenomeno di “whistleblowing” leggi il seguente articolo: “Whistleblower e condotte ritorsive”.

4. Proposte di risoluzione al problema

Non si può però affermare che lo scenario sia disastroso come si potrebbe pensare. Tanto è vero che, nonostante le problematiche, l’indagine ha rilevato un buon grado di controllo da parte degli Rpct: pochi casi di pantouflage e conflitti di interessi.

Inoltre, è importante sottolineare che la responsabilità del problema non grava unicamente sulle amministrazioni ma anche sulla poca collaborazione del personale assumibile, il quale rende difficile il lavoro di raccolta di informazioni in quanto, per la maggior parte, si rifiuta di sottostare alla rigida struttura del CV in formato europeo. Il personale, dunque, non impegnandosi a fornire le proprie informazioni seguendo il modello richiesto, rende ancor più difficile il lavoro delle PA, già complicato a causa dell’impossibilità di informatizzare i processi.

Le basi per applicare correttamente le norme anticorruzione ci sono, il problema sta nel disinteresse e nella sottovalutazione del problema, questa potrebbe però essere combattuta attraverso costanti corsi di formazione che sensibilizzino il personale e di un reciproco impegno tra PA e personale. 

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