Appalti, affidamenti senza gara al 98%. Crollano i lavori (-39%)

di FLAVIA LANDOLFI (dal Sole 24 Ore)

La doccia gelata arriva da un numero tondo che il presidente di ANAC Giuseppe Busia pronuncia più volte ieri nella sala della Regina alla Camera dei deputati durante la presentazione della Relazione annuale 2024. Una prima volta ai parlamentari e alle autorità schierate in sala al gran completo, una seconda volta ai giornalisti. «Troppi affidamenti diretti: per i servizi e le forniture l’anno scorso siamo arrivati al 98%», scandisce il numero uno dell’Anticorruzione. Il calcolo tiene conto anche di tutti gli affidamenti sotto i 40mila euro e dipinge un mercato sempre più chiuso. Per i lavori va meglio ma il 50% è comunque affidato senza gare: dei 62.160 bandi dell’anno scorso 32.553 sono stati affidati direttamente.

L’affresco del mercato degli appalti in Italia che ANAC disegna nelle 340 pagine di relazione è florido anche se in lieve flessione (-4,1%) con un totale di 271,8 miliardi di euro di procedure: la fetta più grande della torta va alle forniture che sfondano i 116 miliardi di euro (+18,9%), seguite dai servizi che superano i 94 miliardi (+10,1%) e infine i lavori, che trascinano in basso il mercato: 61 miliardi di euro ma anche una flessione a -38,9 per cento. Il 2024 ha polverizzato 39 miliardi di euro con 8mila procedure scomparse dal mercato. Ma si tratta di un calo quasi fisiologico, spiega Anac, visto il boom del Pnrr. A pesare – recita la relazione – è stato il cambio di regole in corsa con il nuovo Codice «che ha indotto le stazioni appaltanti a essere più caute all’inizio dell’anno a effettuare nuovi appalti a causa dei tempi necessari ad adattarsi alla nuova tecnologia del Cig». E insomma per i lavori la bolla Pnrr sta iniziando a sgonfiarsi. Anche se su questo fronte lo scenario, come è noto, non è roseo: «Nonostante l’accelerazione impressa negli ultimi mesi – sottolinea Busia – preoccupa l’andamento della spesa, in alcuni settori ancora inferiore al 30% delle risorse destinate».

L’allarme reale, secondo ANAC, è da rintracciare altrove, innanzitutto in procedure sempre più parcellizzate: concorrenza addio, il mercato è sempre più chiuso. Un’asfissia che si ripercuote anche sulle casse pubbliche «perché se mi rivolgo alla prima impresa che capita non è detto che sia quella che mi fa spendere di meno, non ho un confronto che anche al dipendente onesto consente di valutare le offerte migliori», dice il numero uno dell’autorità. «Occorre invece aprire il mercato, garantire trasparenza e pubblicità e questo oggi si può fare in modo semplice con la digitalizzazione», prosegue. Quasi di rito la stoccata al Ponte sullo Stretto. «Noi abbiamo evidenziato – dice ai giornalisti – che il fatto di non avere svolto una gara pubblica all’inizio finisce per ridurre la concorrenza, si è utilizzato un progetto risalente nel tempo e questo vincola anche la realizzazione futura».

La mappatura delle procedure di gara non potrebbe poi non fare i conti con tutti i fenomeni illegali o di opacità sui quali Busia va dritto e mette in fila la malagestione della cosa pubblica: dai conflitti di interesse «troppi casi, piccoli o grandi», dice, all’abrogazione del reato di abuso d’ufficio passando per «un progressivo indebolimento delle garanzie amministrative poste a presidio dell’indipendenza e correttezza dell’agire pubblico». E mentre poco distante, a Palazzo Chigi, si svolge la riunione con le parti sociali al tavolo per la sicurezza sul lavoro (si veda articolo a fianco), la relazione al Parlamento prende anche la forma della tutela nei cantieri. Ma sono cifre che crescono e che non accennano ad arretrare. Secondo il Casellario ANAC delle imprese nel 2024 si sono registrate 1.448 annotazioni per violazioni delle norme su salute e sicurezza con un incremento del 43% rispetto al 2023 e del 87% rispetto al 2022. «I rischi maggiori – avverte Busia – vengono dai subappalti, specie se realizzati “a cascata”» con «ripercussioni negative» su tutta la filiera. Ma soprattutto «sui lavoratori troppo spesso anello debole della catena».

* Articolo integrale pubblicato su Il Sole 24 Ore del 21 maggio 2025 (In collaborazione con Mimesi s.r.l)

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21 Maggio 2025
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