Diffusa, nonostante la pioggia di regole «meritocratiche» dalla riforma Brunetta del 2009 in poi, l’assegnazione di compensi incentivanti senza verifiche sulla produttività, come accade presso i Vigili del Fuoco dove per ottenere il premio basta essere presenti in servizio.
È il pubblico impiego il capitolo più spinoso della nuova relazione annuale diffusa ieri dall’Ispettorato generale di finanza della Ragioneria generale dello Stato. Teatro di molti degli interventi anti-crisi introdotti per limitare la spesa statale e locale, il pubblico impiego ha visto crescere insieme alle regole anche le violazioni. Ancora una volta, nonostante il congelamento del trattamento individuale (che non è stato seguito in molti casi, segnalati dagli ispettori alla Corte dei conti), la contrattazione decentrata rimane uno dei massimi produttori di «spesa imprevista»: riforma Brunetta o meno, «l’improprio utilizzo» dei contratti territoriali ha prodotto «dinamiche retributive estremamente significative», alimentate anche da violazioni praticamente generalizzate alle regole che limitano i fondi per le intese territoriali. Nel complesso, come ha rilevato la Corte dei conti, la spesa di personale dei Comuni è diminuita nell’ultimo anno, ma l’intensificarsi delle segnalazioni della Ragioneria mostra che si allarga la forbice fra le amministrazioni «virtuose» e quelle dove le regole vengono violate.
Paradossalmente, in tanta gestione allegra, a veder limitare le proprie risorse sono proprio gli ispettori della Ragioneria, scesi a 67 nel 2011 dai 74 del 2010, con il risultato che mentre aumentano le violazioni si riduce la platea degli enti controllati.
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