Slitta il decreto «salva-precari» nella Pa

Fonte: Il Sole 24 Ore

Il Governo si prende una pausa di riflessione sui precari della Pa. Il decreto sul pubblico impiego, che dovrebbe istituire quote riservate nei concorsi per il personale titolare di un contratto flessibile e che era atteso oggi in Consiglio dei ministri, non arriverà prima di due settimane. La stessa sorte potebbe toccare al regolamento che blocca i rinnovi contrattuali nella pubblica amministrazione per tutto il 2014 e che deve ancora ottenere il via libera definitivo di Palazzo Chigi. Dato per imminente dopo che ha ottenuto il parere delle competenti commissioni di Camera e Senato e superato il vaglio del Consiglio di Stato, il Dpr non viene citato dall’ordine del giorno del Cdm odierno ma potrebbe comunque arrivare “fuori sacco”. Al suo interno è contenuta la proroga fino al 31 dicembre 2014 di una serie di misure restrittive previste dal decreto 78 del 2010. A cominciare dal blocco dei trattamenti individuali, dei meccanismi di adeguamento contrattuale, delle classi e degli scatti di stipendio, delle progressioni di carriera comunque denominate del personale contrattualizzato e di quello in regime di diritto pubblico. Al tempo stesso viene prolungato fino a dicembre 2013, con effetti anche sull’anno prossimo, il blocco degli scatti di anzianità nella scuola. È pressoché certo invece il rinvio del Dl sul pubblico impiego che richiede ulteriori approfondimenti. Sia tecnici che politici, vista la richiesta del capogruppo del Pdl Renato Brunetta di esaminarlo in sede di cabina di regia. il provvedimento interviene innanzitutto in materia di precari. Alla proroga fino al 31 dicembre 2013 disposta dal decreto Imu-Cig del maggio scorso il ministro della Pubblica amministrazione, Gianpiero D’Alia, vorrebbe ora aggiungere l’istituzione di una quota di posti riservati nei concorsi. Anche l’ultima bozza dell’articolato, che ricalca quanto anticipato sul Sole 24 ore del 1 agosto, prevede infatti la possibilità per le Pa di effettuare concorsi con riserva di posti (massimo il 50%) per chi, alla data di pubblicazione del bando, abbia maturato almeno tre anni di contratti a termine negli ultimi cinque. Una procedura di reclutamento che, stando al testo, verrebbe concessa anche ai contratti di collaborazione coordinata e continuativa e a quelli di somministrazione lavoro e che dovrebbe comunque avvenire nell’ambito della programmazione triennale del fabbisogno di personale di ogni amministrazione nel rispetto dei vincoli di spesa. All’interno del Dl ci sono inoltre misure di semplificazione delle procedure di mobilità e il potenziamento, proprio tramite la mobilità interna e intercompartimentale, degli uffici giudiziari, che lavorano attualmente con uno squilibrio di circa 7mila addetti rispetto alle nuove dotazioni di pianta organica. Senza dimenticare uno spostamento dei termini (scaduti da tempo) per la gestione del personale individuato in soprannumero dopo il varo della spending review nella Pa centrale. E che ora diventano il 30 settembre 2013 per le cessazioni e il 30 dicembre per le dichiarazioni di esubero. È uscita infine da quel testo, per finire nel decreto con le norme contro i femminicidi atteso sempre oggi in Cdm, la disposizione che sana il vuoto normativo creatosi attorno ai 21 commissari straordinari delle province nominati per effetto dell’articolo 17 della spending review nel frattempo dichiarato incostituzionale. Per loro, così come per quelli che verranno nominati man mano che i presidenti in carica (un’altra cinquantina) scadranno, è prevista la proroga fino al 30 giugno 2014. Quando, è la speranza dell’Esecutivo, dovrebbe essere giunto al traguardo il Ddl Delrio che trasforma le Province in comunità di sindaci e le priva di gran parte dei poteri attuali.

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