Pubblico impiego Fvg in calo In dieci anni persi 3.527 posti

Fonte: Il Piccolo

Erano 88.323 nel 2001, sono diventati 84.796 nel 2011. Una riduzione di 3.527 unità, il 4% in meno in un decennio. I dipendenti pubblici del Friuli Venezia Giulia calano ancora, pure dal 2010 al 2011: da 86.540 a 84.796 (46.213, il 54,5%, sono donne), una sforbiciata di 1.744 persone (-2%). Il famoso comparto unico? Si passa in un anno da 14.883 a 14.612 addetti, effetto del blocco del turnover. Il costo complessivo del pubblico sul territorio? Comunque ancora altissimo, oltre 3,1 miliardi di euro, quasi a livello della Finanziaria “lacrime e sangue” di quest’anno che, per la prima volta in era euro, è scesa sotto il tetto dei 4 miliardi.

Cambia il trend

Resta una regione “pubblica” la nostra: un friulgiuliano su 14 lavora nel settore statale, quello con il posto fisso quasi assicurato: sono 78.249, vale a dire il 92,2%, gli inquadramenti stabili. Ma da tre anni ormai, come conferma il Conto annuale della Ragioneria generale dello Stato inserito online con qualche settimana di ritardo rispetto al solito (e con non pochi aggiustamenti rispetto ai numeri che erano stati diffusi nel novembre 2011), c’è un’inversione di tendenza. Come del resto in tutta Italia: nel 2001 i dipendenti pubblici erano 3.334.657, nel 2011 ci si è fermati a 3.247.806 (-2,6%).

I comparti

Sono solo cinque i comparti che aumentano il personale in Friuli Venezia Giulia tra il 2010 e il 2011: gli istituti di formazione artistico musicale (da 210 a 220), i lavoratori a carico della presidenza del Consiglio dei ministri (da 9 a 11), i vigili del fuoco (da 924 a 936), forze dell’ordine (da 8.197 a 8.275) ed enti di ricerca (da 375 a 414). Tutti segni “meno” sugli altri fronti: in particolare si perdono 594 dipendenti nel settore scuola e altri 514 nell’esercito. E ancora calano di 271 unità gli addetti del comparto della pubblica amministrazione, di 159 gli universitari, di 150 gli operatori sanitari (e non saranno certo contenti i sindacati, Cgil in testa, che continuano a lamentare la carenza di addetti in corsia).

I più rappresentativi

La scuola (20.306, il 23,9% del totale, la solita stragrande maggioranza di donne: 16.309) rimane in ogni caso il settore più rappresentato nel pubblico impiego regionale. Segue la sanità: 20.231 persone distribuite in aziende sanitarie, ospedali e distretti. Al terzo posto regionali, provinciali e comunali del “contrattone”, quindi si contano a migliaia anche i “pubblici” dei corpi di polizia, dell’università, degli impiegati ministeriali e delle forze armate. I militari rimangono una presenza ancora molto attiva: se infatti i dipendenti pubblici regionali rappresentano il 2,6% del totale del Paese, le forze armate del Friuli Venezia Giulia sono percentualmente il 5,6% dei 192.832 effettivi italiani.

I costi

Meno dipendenti significano sulla carta minori costi per le casse pubbliche. Quest’anno però la Ragioneria generale dello Stato ha completamente rinnovato il sito nella sua veste grafica ma ridotto la possibilità di una consultazione di dettaglio nelle regioni. Preso atto che sono stati aggiornati i dati dei due anni precedenti, alla luce delle variazioni effettuate a seguito dell’attività di controllo che prosegue anche oltre la pubblicazione, non resta che affidarsi, per le retribuzioni, ai dati nazionali.

Gli stipendi

Cifre evidentemente da maneggiare con prudenza perché incidono non poco gli addensamenti dei diversi territori italiani. Ma non si dovrebbe sbagliare di molto nel quantificare in circa 3,1 miliardi il costo pubblico Fvg, viaggiando tra gli oltre 132mila euro all’anno dell’indennità dei magistrati fino ai 29.501 euro medi degli insegnanti e del personale non docente. Tra le più pagate anche le voci della carriera prefettizia (101.987 euro) e di quella penitenziaria (84.632). Tra i “poveri”, invece, i ministeriali (31.540) e i 267 dipendenti di Regione ed enti locali con contratto collettivo nazionale (32.498 euro). La media del comparto è di quasi 5mila euro più alta: il contratto “speciale” vale 37.461 euro all’anno.

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