«E’ un altro piccolo passo avanti, ma ancora non basta – commenta Domenico Proietti della Uil -. Occorre allargare di più la platea degli esentati, dare certezze sull’Ape social dopo che quest’anno ha dimostrato di non funzionare, e poi servono interventi sui giovani e le donne». «Il giudizio è negativo e le aperture del tutto insufficienti» conferma a sua volta Roberto Ghiselli (Cgil).
Il governo, che oggi torna ad incontrare i sindacati (alle 9 un nuovo round del tavolo tecnico e poi nel pomeriggio il vertice con Gentiloni e le delegazioni sindacali al completo) sul piatto mette però anche altri impegni: dalla riduzione del carico fiscale che pesa sulla previdenza integrativa dei dipendenti pubblici (equiparati al settore privato) ad una «apertura» sulle pensioni dei giovani, dalla decisione di istituire una commissione per valutare la possibilità di selezionare meglio in base alle aspettative di vita i singoli mestieri da salvaguardare, sino alla modifica del meccanismo di calcolo sull’adeguamento dell’età che dal 2021 dovrebbe diventare biennale considerando nel computo anche i periodi in cui l’aspettativa di vista cala, salvo conteggiarli con 2 anni di ritardo.
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