Lavoro agile: la Conferenza Stato-Regioni approva direttiva

La Conferenza delle Regioni ha dato parere positivo alla direttiva sul lavoro agile che prevede la possibilità per i dipendenti delle PA di svolgere parte delle mansioni di lavoro non in ufficio ma da remoto o con il telelavoro.

26 Maggio 2017
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La Conferenza delle Regioni ha dato parere positivo in Conferenza Stato-Regioni del 25 maggio alla direttiva sul lavoro agile del ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia. La direttiva prevede la possibilità per i dipendenti della pubblica amministrazione di svolgere parte delle mansioni di lavoro non in ufficio ma da remoto o con il telelavoro.

Il ministro Madia annuncia di essere pronta a firmare la direttiva: “penso che sia una sperimentazione importante nella pubblica amministrazione. I tempi per l’entrata in vigore sono immediati, visto appunto che si tratta di una direttiva che dovrà essere formalizzata solo da me, cosa che farò in tempi rapidissimi”.
Aggiunge Madia: “Noi abbiamo fissato la percentuale al 10% in ogni amministrazione, ovviamente è un valore facoltativo, nel senso che è il dipendente che deve farne richiesta, quindi se nessuno lo chiederà non ci sarà lavoro agile”.
Il lavoro agile sarà inoltre “oggetto di valutazione nell’ambito dei percorsi di misurazione della performance organizzativa e individuale all’interno delle amministrazioni pubbliche”.
Nella direttiva è previsto che non ci saranno “penalizzazioni ai fini del riconoscimento di professionalità e della progressione di carriera”.
Alla direttiva saranno allegate le linee guida per aiutare le amministrazioni ad adeguarsi alle novità: telelavoro, smartworking, ma anche convenzioni con asili nido e scuole dell’infanzia e altri servizi di supporto alla genitorialità (come campi estivi).
Entro trenta giorni” dall’adozione della direttiva sul lavoro agile nella P.A “è costituito presso la presidenza del Consiglio dei ministri un gruppo di monitoraggio di durata biennale”.
La cabina di regia dovrà “fornire supporto alle pubbliche amministrazioni destinatarie della direttiva nella fase di sperimentazione delle misure”; “monitorare e verificare l’attuazione”; e “formulare eventuali proposte per la modifica o integrazione della direttiva”.

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