Dividendo per la Pa grazie ai riordini

Fonte: IL SOLE 24ORE

La razionalizzazione degli apparati amministrativi, che accompagnerà il ciclo di spending review annunciato per il 2012, sarà il primo tema del confronto tra il ministro della Funzione pubblica e la Semplificazione, Filippo Patroni Griffi, e le organizzazioni sindacali. Un tavolo convocato dal ministro per giovedì prossimo, 12 gennaio, alla vigilia del primo consiglio dei ministri del nuovo anno, per riannodare le fila di un dialogo che s’era interrotto con il predecessore di Patroni Griffi, dopo l’accordo separato (senza la Cgil) del 4 febbraio 2011 sui premi di produttività e il sistema delle relazioni sindacali. «Voglio incontrare i sindacati innanzi tutto per ascoltare la loro analisi sullo stato dei rapporti di lavoro nel settore pubblico dove, vale ricordarlo, siamo in presenza di un blocco dei contratti e del turn over» ha anticipato il ministro. In questo contesto difficile che, secondo le ultime previsioni di Palazzo Vidoni, dovrebbe portare il numero dei dipendenti del settore pubblico stabilmente sotto i 3,3 milioni entro il 2014 (-8% rispetto al 2008 con 300mila addetti in meno) Patroni Griffi punta a un coinvolgimento dei sindacati nei programmi di razionalizzazione di enti e apparati annunciati nei prossimi mesi a partire, molto probabilmente, dagli accorpamenti di Inpdap ed Enpals in Inps. Da quelle razionalizzazioni scaturiranno risparmi che, in parte, potranno essere utilizzati per dare sostanza al dividendo per l’efficienza previsto dalla manovra del 2008 (e confermato nel decreto del luglio scorso; n.98, art. 16) proprio per premiare selettivamente il merito tramite il fondo per la contrattazione integrativa. «Ma il coinvolgimento dei sindacati aggiunge il ministro serve anche per tentare una gestione virtuosa dei percorsi di riqualificazione e mobilità che possono aprirsi per consentire ai dipendenti di seguire e meglio adattarsi a una amministrazione che sta cambiando». Altro tema al centro del confronto sarà poi quello dell’estensione del nuovo modello contrattuale già introdotto per le amministrazioni centrali (durata triennale e collegamento al nuovo indicatore di inflazione Ipca) alle Regioni e agli enti locali. L’obiettivo, come aveva ricordato Patroni Griffi nelle sue dichiarazioni programmatiche alla Camera, è quello di un modello contrattuale che consenta di considerare unitariamente, pur nel rispetto delle diverse specificità, tutto il lavoro pubblico. Un tema che si lega a un altro aspetto cruciale previsto dalla riforma Brunetta (legge 15/2009 e dlgs 150/2009) e che prevede la razionalizzazione dei comparti di contrattazione in cui è attualmente frammentata la Pa: sono 19 e dovrebbero ridursi a 4 per raggruppare da un lato il settore statale (in due grandi comparti con scuola, accademie, area ricerca e tecnologia da una parte e ministeri, agenzie fiscali, enti pubblici non economici e università dall’altra) e dall’altro lato le regioni, che comprendono anche il settore sanità, e gli enti territoriali. Il dossier è aperto da quasi due anni in Aran e non fa progressi, tanto è vero che per le organizzazioni sindacali ormai è già partita la campagna per il rinnovo delle rappresentanze (Rsu) che erano rimaste sospese in attesa di un accordo mai arrivato. Al tavolo con i sindacati si discuterà, con molta probabilità, anche di previdenza complementare. Il ministro lo ha detto alla Camera: sono costituiti, per il personale dirigente e non dirigente in regime cosiddetto «contrattualizzato», diversi fondi negoziali collettivi che, tuttavia, non hanno ancora raccolto adesioni da parte dei dipendenti. Quel che serve, secondo Patroni Griffi, è una forte azione di comunicazione del Governo e delle Autonomie locali per sollecitare maggiori iscrizioni. Infine il tema dell’occupazione femminile (pari al 44% del totale), ancora penalizzato per le forti disparità nelle posizioni apicali di tutte le carriere pubbliche. Con i sindacati si discuteranno i possibili percorsi di valorizzazione e conciliazione tra vita familiare e professionale che potranno essere sperimentati in quest’ultima parte della legislatura.

Davide Colombo

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