Autorizzazione ai dipendenti pubblici a lavorare nello sport

La Funzione Pubblica con una nota del 14 novembre annuncia, riassumendone i contenuti, che è stato firmato il decreto ministeriale con cui vengono fissati i parametri per la gestione delle richieste dei dipendenti pubblici che intendano lavorare nello sport a titolo oneroso, dando così il via alla nuova disciplina che stabilisce le condizioni alle quali le Pubbliche Amministrazioni possono autorizzare i propri dipendenti allo svolgimento di lavoro sportivo, in attuazione del d.lgs. n. 120/2023 che ha integrato la c.d. “Riforma dello Sport”.

Il testo chiede in primo luogo, secondo i principi dell’ordinamento vigenti in materia di pubblico impiego, l’assenza di cause di incompatibilità, che possano ostacolare l’esercizio imparziale delle funzioni attribuite al dipendente della PA, e l’insussistenza di conflitto di interessi in relazione all’attività svolta nell’ambito dell’amministrazione.

Il provvedimento, inoltre, stabilisce che l’attività di lavoro sportivo, una volta autorizzata, non debba pregiudicare lo svolgimento regolare del servizio né intaccare l’indipendenza del lavoratore, esponendo l’Amministrazione al rischio di comportamenti che non siano funzionali al perseguimento dei canoni di buon andamento e imparzialità dell’azione amministrativa.

Infine, per i dipendenti con rapporto di lavoro a tempo pieno, la prestazione di lavoro sportivo non deve avere carattere di prevalenza in relazione al tempo e alla durata: l’attività è considerata prevalente se impegna il dipendente per un tempo superiore al 50% dell’orario di lavoro settimanale stabilito dal contratto collettivo nazionale di riferimento.

Il provvedimento è attualmente all’esame degli Organi di controllo per la registrazione.

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Il Codice di comportamento dopo il d.P.R. 13 giugno 2023, n. 81

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Una seconda edizione dell’opera dedicata ai codici di comportamento dei dipendenti pubblici si è resa necessaria a seguito dell’emanazione del regolamento di modifica del codice di comportamento generale, emanato con d.P.R. 13 giugno 2023, n. 81, che ha introdotto misure in materia di utilizzo dei social media e delle tecnologie informatiche, ma anche disposizioni destinate ai dirigenti, relative ai rapporti con il pubblico, nonché dedicate alle attività formative; ciò, anche al dichiarato scopo di tutelare l’immagine della pubblica amministrazione.

L’opera fornisce una prima analisi sia di tali previsioni, sia di quelle contenute nella bozza di decreto, ma non riproposte nel decreto definitivo; inoltre, tiene conto della normativa di cui al d.lgs. 10 marzo 2023, n. 24, che ha ridisciplinato il whistleblowing.

Il manuale, in continuità con la precedente edizione, ha un taglio operativo e, partendo da un’analisi dei contenuti del codice generale, offre anche spunti utili all’elaborazione, o comunque all’aggiornamento, dei codici di amministrazione.

Il testo è suddiviso in quattro capitoli: il primo dedicato all’approfondimento dei principi generali; il secondo a un’interpretazione dei singoli articoli del codice generale; il terzo all’elaborazione di un codice di amministrazione; il quarto all’analisi dei contenuti del d.P.R. n. 81/2023.

L’opera è stata arricchita, rispetto alla precedente edizione, con una rassegna ragionata di giurisprudenza.

Riccardo Patumi
Consigliere della Corte dei conti, in servizio presso la Sezione giurisdizionale per l’Emilia-Romagna, Presidente del Collegio dei revisori dei conti dell’Università degli studi di Bari “Aldo Moro”, componente delle Sezioni riunite in sede giurisdizionale della Corte dei conti, co-autore dell’opera “I controlli della Corte dei conti” (ed. Maggioli), giunta alla terza edizione, relatore in numerosi convegni e formatore con all’attivo oltre 350 giornate di docenza.
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Riccardo Patumi, 2023, Maggioli Editore
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