Il blocco degli stipendi: risultati, prospettive, criticita’

di G. Crepaldi (www.ilpersonale.it 29/10/2014)

La necessità di ridurre la spesa pubblica e di raccimolare rapidamente denaro per le casse pubbliche ha condotto Governi precedenti all’impopolare scelta di bloccare gli stipendi pubblici.
Il sacrificio economico è ricaduto complessivamente su tre milioni e trecento mila lavoratori e si protrae ormai da quattro anni: ciò ha fruttato, dal 2010 al 2014, un risparmio accumulato di undici miliardi e mezzo. I dipendenti pubblici hanno subito una riduzione del salario reale del 14,6%, con un sacrificio pro-capite quantificabile in circa quattro mila euro (dati Cgil). Il sacrificio è maggiore, naturalmente, per le retribuzioni più alte: il dipendente che percepisce un reddito annuo di trentamila euro lordi deve rinunciare a circa duemila ottocento euro lordi all’anno; il dirigente di seconda fascia subisce un taglio di ottomila novecento euro lordi.
L’ultima legge di stabilità dispone il blocco sino al dicembre 2014 ed è recentissima la notizia data dal Ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione di una conferma del blocco per il 2015.

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