Concorsi pubblici, la riserva per il servizio civile vale anche retroattivamente

Il TAR Lazio, (Sez. IV ter), con la sentenza n. 12019 del 18 giugno 2025 estende il beneficio del 15% ai volontari del servizio civile nazionale: la norma del DL PA 2025 non ha effetto innovativo ma ricognitivo

 

24 Giugno 2025
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La riserva del 15% nei concorsi pubblici prevista dal Dlgs 40/2017 per i volontari del servizio civile universale si applica anche a chi ha svolto il servizio civile nazionale. Lo afferma il TAR Lazio (Sez. IV ter) con la sentenza n. 12019 del 18 giugno 2025 estende il beneficio del 15% ai volontari del servizio civile nazionale: la norma del Decreto PA non ha effetto innovativo ma ricognitivo, estendendo retroattivamente il beneficio anche ai concorsi banditi prima della novella del Decreto PA. Il riconoscimento si fonda su un’interpretazione costituzionalmente orientata, che valorizza la continuità tra i due istituti e la loro comune finalità di “difesa della Patria”.

Indice

Continuità normativa tra servizio civile nazionale e universale

La sentenza del TAR Lazio rappresenta un importante punto di svolta per l’accesso ai concorsi pubblici da parte dei volontari del servizio civile nazionale. Il Tribunale ha accolto il ricorso di un candidato escluso dalla riserva del 15% prevista dall’articolo 18, comma 4, del Dlgs 40/2017, per non aver prestato il servizio civile “universale” ma solo quello “nazionale”.
I giudici amministrativi hanno riconosciuto che il servizio civile universale costituisce una prosecuzione coerente e sistematica del servizio civile nazionale istituito dalla legge 64/2001. Il Dlgs 40/2017, infatti, non introduce un nuovo istituto, ma riorganizza e razionalizza il sistema esistente, mantenendone struttura, finalità e valori fondanti.
Da questo presupposto discende la legittimità di un’interpretazione estensiva della riserva nei concorsi, tale da includere anche i volontari del servizio civile nazionale, ancor prima dell’esplicito inserimento normativo introdotto dal Decreto PA.
Si approfondisca con:
Concorsi pubblici, la riserva per il servizio civile vale anche retroattivamente;
La violazione del principio di anonimato è sempre causa di annullamento. Oppure no?;
-Assunzioni: il Consiglio di Stato stabilisce il corretto uso delle graduatorie concorsuali.

La norma del Decreto PA e il principio costituzionale di uguaglianza

Il decreto-legge 25/2025 (cosiddetto “Decreto PA”), nel riformulare l’articolo 18, comma 4, del Dlgs 40/2017, ha espressamente incluso tra i beneficiari della riserva anche i volontari del servizio civile nazionale. Tuttavia, il TAR Lazio chiarisce che questa integrazione ha natura ricognitiva e non innovativa: essa fotografa una situazione giuridica già deducibile attraverso una lettura costituzionalmente orientata della norma originaria.
L’articolo 117, secondo comma, lettera d), della Costituzione attribuisce allo Stato la competenza esclusiva in materia di “difesa della Patria”, e la giurisprudenza costituzionale riconosce il servizio civile come modalità alternativa a quella militare per adempiere a tale dovere civico. Ne consegue che, indipendentemente dalla forma organizzativa assunta (nazionale o universale), l’attività prestata rientra nel medesimo ambito valoriale.
Ragionare diversamente – afferma il TAR – comport

Finalità comuni e rilievo meritorio

Nella propria motivazione, il TAR Lazio sottolinea come tanto il servizio civile nazionale quanto quello universale perseguano identiche finalità: la solidarietà sociale, l’educazione civica, la cooperazione internazionale, la promozione del patrimonio culturale e ambientale, l’assistenza alle fasce deboli.
Tali obiettivi, presenti nella legge istitutiva del 2001 e ripresi nella disciplina del 2017, esprimono un’identica tensione valoriale verso la costruzione del bene comune. È quindi irragionevole e contraddittorio – concludono i giudici – limitare il riconoscimento della riserva nei concorsi pubblici a una sola delle due esperienze, laddove entrambe concretizzano un medesimo apporto al servizio della collettività.
La scelta del legislatore di riservare una quota del 15% dei posti nei concorsi pubblici ai volontari non è quindi una misura discrezionale, ma rappresenta una leva premiale fondata su un preciso riconoscimento costituzionale e sociale. E tale riconoscimento, proprio in virtù della sua natura, non può essere applicato in modo selettivo o discriminatorio.

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Il Decreto P.A. e le procedure di accesso al pubblico impiego

In data 15 marzo 2025 è entrato in vigore il D.L. 14 marzo 2025, n. 25, rubricato “Disposizioni urgenti in materia di reclutamento e funzionalità delle pubbliche amministrazioni”, c.d. Decreto P.A., poi convertito dalla Legge 9 maggio 2025, n. 69. La ratio della novella legislativa è evidenziata nel preambolo del testo normativo, allorché il legislatore richiama la straordinaria necessità e urgenza “di introdurre misure per l’attrattività dei giovani e il superamento del precariato nella pubblica amministrazione”, nonché “di definire misure volte a garantire la continuità e l’omogenea applicazione delle procedure di reclutamento e la funzionalità delle amministrazioni pubbliche, in particolare per quanto attiene alla sicurezza dei trasporti”. Capitolo a parte occupa il terzo presupposto di necessità e urgenza che giustifica l’intervento straordinario del Governo, vale a dire l’introduzione di misure organizzative per la funzionalità e l’efficienza di taluni settori della pubblica amministrazione.Grande è l’aspettativa ingenerata nei confronti delle modifiche legislative introdotte, anche a fronte delle dichiarazioni dello stesso Ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo, che afferma che con tale legge “è stato raggiunto l’obiettivo di affrontare in maniera organica alcune criticità del sistema pubblico” e che “l’obiettivo è quello di costruire una macchina amministrativa sempre più efficiente e pronta ad affrontare con rinnovate competenze le sfide del contesto europeo”.Il volume fornisce una lettura degli articoli del D.L. 25/2025, anche alla luce dei lavori parlamentari e della nota formulata dall’ANCI, per soffermarsi successivamente sulla legge di conversione, in particolare sulle parti che sono state emendate; dopo una panoramica sulla riforma, il volume ripercorre l’intero iter procedurale delle modalità di accesso al pubblico impiego, a partire dall’inquadramento giuridico anche nell’ottica dei principi costituzionali, fino al momento della stipula del contratto di lavoro, alla luce delle innovazioni introdotte dal c.d. “Decreto P.A.” nel testo convertito in legge. All’analisi normativa si accompagna una rassegna delle più recenti e significative pronunce giurisprudenziali, degli orientamenti dell’ANAC e dell’ARAN, per fornire un quadro delle criticità e delle modalità applicative degli istituti giuridici connessi al pubblico impiego.Il volume è utile sia per gli operatori del settore, che possono avere un quadro aggiornato della riforma Zangrillo, sia per coloro che si preparano per i concorsi nella P.A., per l’approccio teorico pratico alla normativa del pubblico impiego.Ornella RossiSegretario Generale titolare di segreteria convenzionata, OIV, “privacy officer” certificata.

 

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