Il Comitato di settore ha espresso parere favorevole sull’ipotesi di Contratto collettivo nazionale di lavoro del comparto Funzioni Locali per il triennio 2022-2024, chiudendo una fase negoziale attesa da Amministrazioni e lavoratori. Il via libera, tuttavia, non è privo di perplessità. In occasione dell’ultima seduta di trattativa è stata infatti stralciata una clausola considerata strategica: la facoltà per le Amministrazioni di incrementare le risorse destinate al finanziamento degli incarichi di elevata qualificazione. Una scelta che il Comitato ha accolto con “disappunto”, ritenendola in controtendenza rispetto agli obiettivi di rafforzamento organizzativo e di rilancio dell’attrattività del lavoro pubblico locale, oggi messo alla prova da forti tensioni sul mercato del lavoro.
Il nodo delle elevate qualificazioni: risorse insufficienti e leve depotenziate
Come ha spiegato Alessia Cappello, assessora allo Sviluppo economico e alle Politiche del lavoro del Comune di Milano e presidente del Comitato di settore, la norma stralciata rispondeva a un preciso indirizzo politico e gestionale. L’innalzamento del tetto massimo della retribuzione di posizione degli incarichi di elevata qualificazione, da 18mila a 22mila euro annui, rischia infatti di restare un intervento solo formale. Senza la possibilità per le Amministrazioni di stanziare unilateralmente risorse aggiuntive, viene meno l’unica leva concreta per rendere effettiva la valorizzazione delle professionalità apicali. In un contesto segnato dalla concorrenza del settore privato e dalla crescente complessità delle funzioni affidate agli Enti locali, il risultato è un indebolimento delle politiche di reclutamento dei talenti.
CCNL Funzioni Locali 2022-2024: i risultati ottenuti dopo la lunga trattativa
Si punta al 2025-2027
Il Comitato ha comunque dato il proprio assenso alla pre-intesa, rinviando il confronto più incisivo alla prossima tornata contrattuale, quella per il triennio 2025-2027. È lì che dice di tornare a chiedere con forza la reintroduzione di adeguate leve datoriali. La sfida, come sottolinea Cappello, è più ampia: rispondere a nuove aspettative dei lavoratori pubblici in termini di welfare, flessibilità e qualità del lavoro. L’impegno del comitato nel nuovo contratto sarà incentrato sul proporre uno strumento di sperimentazione, investendo su formazione continua, intelligenza artificiale e digitalizzazione, percorsi di carriera trasparenti, valorizzazione dei talenti e politiche di welfare aziendale. Solo così il lavoro pubblico potrà tornare competitivo e sostenibile nel medio periodo.
“Il Comitato di settore ha dunque, per senso di responsabilità, espresso il proprio parere favorevole sulla pre-intesa e tornerà a richiedere con forza la reintroduzione di adeguate leve datoriali in occasione dell’avvio della trattativa per il triennio 2025-2027”.
PER APPROFONDIRE:
– Progressioni verticali: come il CCNL cambia le regole;
– Le progressioni dopo il CCNL Funzioni Locali 2022-2024.
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