Riforma D.Lgs. 150/2009, spinta sulla programmazione

Approfondimento di M. Rossi e C. Orlando

La riforma del D.Lgs.150/2009 (recentemente intervenuta con il D.Lgs. 74/2017) spinge gli enti a rafforzare o comunque garantire la fase della programmazione degli obiettivi e delle attività, posto che si tratta di un presupposto assolutamente fondamentale ai fini della misurazione e valutazione della performance, anche per garantire la conforme distribuzione degli incentivi al personale.

La questione era già presente e rilevante nella versione originaria del provvedimento, la quale esplicitamente stabiliva che, in caso di mancata adozione del Piano della performance, era fatto divieto di erogazione della retribuzione di risultato ai dirigenti che hanno concorso alla mancata adozione del Piano, per omissione o inerzia nell’adempimento dei propri compiti. Inoltre, l’amministrazione è impossibilitata a procedere ad assunzioni di personale o al conferimento di incarichi di consulenza o di collaborazione comunque denominati.
La mancata adozione o il ritardo nell’adozione degli strumenti di programmazione, infatti, comporta un evidente effetto di svilimento dell’attuazione della logica della performance, dal momento che può determinare la formalizzazione di obiettivi già raggiunti e più impedire la definizione di target realmente sfidanti, i quali implicano un sistematico impegno nel corso dell’esercizio di riferimento.

Non va neppure dimenticato che, in taluni casi, il consistente ritardo nell’impostazione della programmazione ostacola il ricorso ad alcuni istituti contrattuali che possono consentire l’incremento delle risorse dei fondi incentivanti che, in caso contrario, potrebbero tradursi in alcune forme di responsabilità a carico dei soggetti che li hanno disposti o comunque avallati.
In tale percorso (logico) di ragionamento si inserisce una prima importante modifica recata dal D.Lgs. 74/2017, che impone agli enti territoriali, nel caso di differimento del termine di adozione del bilancio di previsione, di procedere comunque alla definizione di obiettivi specifici per garantire e consentire la continuità dell’azione amministrativa.

Continua a leggere l’articolo

Per maggiori approfondimenti, consulta lo SPECIALE sulla RIFORMA del PUBBLICO IMPIEGO

Consigliamo il CORSO di FORMAZIONE:

La disciplina del pubblico impiego dopo i Decreti attuativi Madia
Bologna, 5 luglio 2017

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *