La Corte dei Conti si è conformata all’indirizzo prevalente secondo cui per i compensi professionali dei legali interni non possono trovare applicazione i limiti previsti per la retribuzione accessoria del personale dipendente, (art. 1, comma 236, della legge 208/2015).
Secondo la Corte, tale assenza non può giustificare il diniego del diritto del professionista dipendente al riconoscimento del trattamento accessorio previsto dalla legge, e la modalità con cui procedere a tale riconoscimento è ad esclusiva discrezione dell’ente, che potrebbe ad esempio decidere di quantificare l’entità dei contenziosi pendenti nel periodo in considerazione, mentre è da escludersi di poter utilizzare come riferimento quanto previsto nel bilancio 2013 per le prestazioni dei professionisti esterni.
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