Visco: investire di più, priorità a legalità ed efficienza della Pa

Fonte: Il Sole 24 Ore

«La politica monetaria resterà accomodante ma non è sufficiente» perché la sfida è l’economia reale. «Deve essere invertito il calo degli investimenti pubblici e stimolato quello per le infrastrutture». Parola del governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, intervenuto oggi alla seconda giornata dello Strategic Forum Iea-Isi organizzato in Via Nazionale. Per Visco, le politiche nell’Eurozona «devono puntare a mantenere il costo del capitale basso, a sviluppare fonti di finanziamento complementari ai prestiti bancari, a realizzare le riforme e a ridurre l’incertezza politica».

Necessario il sostegno alla domanda aggregata
«Sotto molti punti di vista – ha avvertito Visco – stiamo viaggiando in territori inesplorati». Per questo bisogna rifocalizzare le politiche economiche «sostenendo la domanda aggregata, in particolare stimolando gli investimenti, cosa che è una necessità». Per il governatore, bisogna guardare agli sviluppi dell’economia reale: il contesto deve farsi più favorevole all’investimento privato «e l’investimento in infrastrutture deve tornare a occupare un posto alto nell’agenda politica».

 

In Italia priorità a legalità ed efficienza nella Pa
Nel nostro Paese, per Visco, «gli interventi più urgenti da fare sono quelli per tutelare la legalità e l’efficienza della pubblica amministrazione». Interventi ineludibili che però «perché siano efficaci devono essere parte di una riflessione strategica ad ampio raggio sul funzionamento delle nostre economie».

L’emergenza occupazione
Visco ha segnalato il «drammatico aumento della disoccupazione» negli ultimi anni e ha snocciolato le cifre: nell’area euro il tasso dei senza lavoro a luglio era dell’11,5% mentre in Italia «è più che raddoppiato rispetto al 2007 dal 6% al 12%», con un record per la disoccupazione giovanile «schizzata dal 20% a oltre il 40%». E la crisi, ha ammesso il governatore, «potrebbe lasciare ferite permanenti» anche sul fronte occupazionale. «Vista la nostra specializzazione in prodotti tradizionali – ha spiegato il numero uno di Via Nazionale – l’Italia finora ha sofferto soprattutto dagli effetti della globalizzazione, più che dallo sviluppo tecnologico. Eppure come mostra un recente studio in Italia il 56% dei posti è a rischio “automazione” contro il 51% della Germania o il 47% degli Usa.

Il Nobel Stiglitz: «Fallimento a livello europeo»
«Renzi, nel complesso, sta facendo le cose giuste, ma ha le mani legate». Perché «il problema è nella struttura dell’Eurozona e non dei singoli Paesi». A benedire le mosse del premier, criticando invece quelle dell’Ue nel suo complesso, è stato a margine del forum il premio Nobel per l’economia Joseph Stiglitz. «L’Europa nel complesso cresce lentamente e la Germania è in recessione», ha sottolineato Stiglitz precisando che «c’è un fallimento a livello europeo» legato alle politiche di austerity che «ha abbassato la crescita e aumentato i deficit. Abbassando le entrate fiscali aumentando la spesa per ognuno, inclusa l’Italia, lo spazio per fare qualcosa è molto limitato».

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