Nella manovra spunta la norma “salva bonus” da 80 euro per gli statali

Fonte: LaStampa

Spunta l’ipotesi di inserire in manovra una norma per salvare il bonus da 80 euro che gli statali tra i 23 e i 26 mila euro di reddito rischiano di perdere – in tutto o in parte – per gli aumenti contrattuali. Una mossa però che porterebbe a una disparità di trattamento tra dipendenti pubblici e quelli privati: questi ultimi infatti quando superano la soglia di reddito perdono immediatamente il bonus voluto dal governo Renzi. Questa comunque potrebbe essere la soluzione più semplice al problema di quei lavoratori della Pa che vedrebbero vanificato l’aumento di 85 euro, una misura che in tutto costa alle casse dello Stato 1,6 miliardi. L’altra opzione allo studio è invece quella di aumentare le risorse da destinare ai contratti, per rialzi medi che salirebbero a 89-90 euro circa.

Mattarella: “Serve una logica di medio e lungo periodo”  

Intanto, in vista della presentazione della legge di bilancio da quasi 20 miliardi, che arriverà in Parlamento nei primi giorni della prossima settimana, è intervenuto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che all’assemblea dell’Anci ha sottolineato che si deve «passare da una logica di emergenza, di interventi tampone, a una logica di medio e lungo periodo. Tenendo, naturalmente, conto che le risorse si recuperano anche evitando, a tutti i livelli, sprechi e migliorando gli standard di efficienza».

Secondo il presidente «occorrono programmi mirati, investimenti ben selezionati. Più investimenti di quanto non abbiano consentito in questi anni i limiti di bilancio a causa di una crisi economico-finanziaria, di eccezionale gravità e durata, dalla quale siamo finalmente usciti». La manovra comunque non ha troppe risorse disponibili. Dei quasi 20 miliardi, infatti, 15,7 sono impegnati per disinnescare gli aumenti dell’Iva del prossimo anno e di conseguenza solo 3,8 sono nelle disponibilità del governo.

L’Anci: “La spesa dei Comuni non può essere ridotta”  

Più investimenti sono stati già chiesti dai Comuni, perché «la spesa non può essere ulteriormente ridotta», ha spiegato il presidente dell’Anci, Antonio Decaro. Anche il sindaco di Roma, Virginia Raggi, ha sottolineato il problema dei tagli alle amministrazioni locali, aggiungendo che nella Capitale «dal 2011 ad oggi si è passati da un taglio di manovra finanziaria imposta dai vari Governi, che cresce dai 20 milioni circa ai 305 milioni di euro di quest’anno. Importi che non consentono nessuna programmazione, tagliano servizi ai cittadini principalmente su scuole e strade e che ci costringono ad una situazione di crisi che mette a repentaglio l’approvazione dei bilanci futuri». Il sindaco ha aggiunto che per il 2017 la città si trova in uno squilibrio tra entrate disponibili e spese necessarie allo svolgimento delle funzioni fondamentali pari a 70 milioni di euro.

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