Comunicato sulla mancata previsione del Segretario nelle Unioni di comuni

L’Unione nazionale Segretari comunali e provinciali predispone, in data 24 dicembre 2013, un “Comunicato sulla mancata previsione del Segretario nelle Unioni di comuni”, con riferimento al testo disegno di legge recante “Disposizioni sulle città metropolitane, sulle Province e sulle unioni e fusioni di Comuni” approvato dalla Camera dei Deputati nella seduta del 21 dicembre 2013.

Nella seduta del 21 dicembre scorso la Camera dei Deputati ha approvato il D.d.l recante Disposizioni sulle Città metropolitane, sulle Province, sulle unioni e fusioni di Comuni, che ora passa all’esame del Senato.
Modificando inopinatamente nell’ultima seduta utile la precedente versione del d.d.l. come approvata nella Commissione, dove era previsto (logicamente e naturalmente) il Segretario in ogni Unione di Comuni, la Camera ha eliminato tale figura, rendendola non solo opzionale e facoltativa, ma del tutto marginale.
Ora la norma infatti si limita a prevedere che“Il Presidente dell’unione dei comuni può avvalersi, per specifiche funzioni che lo richiedano , del segretario di un Comune facente parte dell’Unione, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.”
Con un indubbio capolavoro giuridico, la norma tuttavia prevede una sorta di salvacondotto, valido per tutti tranne che per i Segretari (!!), perché recita che: “Sono fatti salvi gli incarichi per le funzioni di segretario già affidati ai dipendenti delle unioni o dei comuni anche ai sensi del comma 557 della legge 30 dicembre 2004, n. 311.”
Viene subito da chiedersi cosa si fa salvo, visto che le funzioni del Segretario nel d.d.l. sono di fatto soppresse. Forse solo gli stipendi degli interessati (mentre non sia mai che si tocchino gli oneri di finanza pubblica se qualche Presidente dell’Unione si ostinasse a ritenere necessario un Segretario).
L’Unione Nazionale Segretari Comunali e Provinciali esprime il proprio stupore, e la propria ferma e completa contrarietà a questa decisione, lo si ripete, presa all’ultimo momento, e che va in completa, immotivata e dannosa controtendenza rispetto all’esigenza di avere negli enti locali una figura di garanzia e coordinamento complessivo, reclutata con pubblico concorso, a presidio della legalità e del buon andamento.
Se il Segretario è necessario nei Comuni, lo è a maggior ragione nelle Unioni che ne assorbono le principali funzioni. Ritenerlo superfluo nelle Unioni significa porre in dubbio che sia necessario in tutti gli Enti Locali!
Ma poi cosa prevede allora il d.d.l. al posto del Segretario? Niente, non prevede niente, lascia tutto allo Statuto. E questo può voler dire una sola cosa: ciascuna Unione dei Comuni sarà libera di nominarsi un suo Direttore. E visto che non si tratta del Segretari
o, sarà scelto in modo estemporaneo, magari anche
senza concorso – certamente senza attingere all’Albo dell’unica categoria che vince un concorso nazionale – e costerà oneri di finanza pubblica ben maggiori che se ci si fosse avvalsi dei Segretari.
L’Unione confida che questa previsione sia il frutto di una non sufficiente analisi di una norma modificata in fretta, e che Governo e Parlamento, in Senato, ripristino la previsione del Segretario nelle Unioni.
Così non fosse, dovremmo prendere atto che mentre nemmeno un anno fa, rafforzando la figura del Segretario, si voleva rafforzare la legalità e la trasparenza negli enti locali, ora vi è un cambio di rotta. E non può non nascere immediatamente il dubbio che questo sia solo l’inizio di un percorso, che ha l’obiettivo di tornare a consentire alla politica di nominarsi chi pare e piace, senza regole, per dirigere gli enti locali.
E’ un’ipotesi che l’Unione contrasterebbe in ogni modo, ma è soprattutto una ipotesi che consegnerebbe di nuovo la dirigenza pubblica allo spoil system più selvaggio, senza la minima garanzia di presidio di legalità.

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