Aspetti giuridici ed economici dei compensi all’avvocatura comunale, anche alla luce della Legge di stabilità 2014. Tabelle esemplificative dell’esatta contabilizzazione

di V. Giannotti (www.ilpersonale.it 4/2/2014)

I compensi all’avvocatura comunale hanno interessato in questi anni posizioni non sempre convergenti da parte, non solo della magistratura contabile, ma anche degli altri organi istituzionali. Nonostante l’intervento delle Sezioni Riunite della Corte dei Conti, alcuni aspetti della contabilizzazione di tali compensi restano ancora oggi aperti, con conflitto anche tra i vari organi istituzionali. A ciò si aggiunga il recente intervento della legge di stabilità 2014 (legge 24 dicembre 2013, n.147), la quale ha disposto al comma 557 quanto segue: “A decorrere dal 1º gennaio 2014 e fino al 31 dicembre 2016, i compensi professionali liquidati, esclusi, nella misura  del  50  per cento, quelli a carico  della  controparte,  a  seguito  di  sentenza favorevole per le pubbliche  amministrazioni ai sensi del regio decreto-legge 27 novembre 1933, n. 1578, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 gennaio 1934, n. 36, o di altre analoghe disposizioni legislative o contrattuali, in favore dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni, ivi incluso il personale dell’Avvocatura dello  Stato, sono corrisposti nella misura del 75 per cento”.

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