Sulla riforma in stallo si muova il governo, noi delle Province i primi ad aver fretta

Fonte: Corriere della sera

«Capisco che sulle Province parta sempre il tiro al piccione: ma se c’è qualche ritardo nell’attuazione della riforma, la colpa non è certo la nostra. Anzi, siamo noi i primi a chiedere che il governo faccia presto e che le Regioni la smettano di fare resistenza». Alessandro Pastacci è il presidente dell’Upi, l’Unione delle province italiane, e della Provincia di Mantova, eletto come indipendente con il centrosinistra. Ma come presidente, le Province non erano sparite? «Sono spariti i consiglieri e la giunta eletta dal popolo ma le Province come amministrazione restano e bisogna chiarire cosa dovranno fare». Non lo dice la riforma? «In termini generali sì, ma poi bisogna decidere a chi trasferire quelle funzioni che ci sono state tolte, come la cultura e il turismo». Perché, oltre al governo, chiama in causa le Regioni? «Le resistenze maggiori arrivano da loro. Alcune funzioni non le vogliono, anche perché dovrebbero farsi carico dei dipendenti che seguono quelle materie. E più in generale vogliono avere un margine di manovra ampio sulla divisione delle competenze che ci regalerebbe una situazione diversa da regione a regione. Altro che semplificare, sarebbe un caos ben peggiore di quello di adesso». Alle nuove Province resteranno comunque delle funzioni? «Certo e non di poco conto. La strade, ad esempio, e ricordo che l’80% della rete italiana è fatta di strade provinciali. E anche la gestione di 5 mila edifici scolastici. Ma intanto continuano a tagliarci i fondi: siamo arrivati a 344 milioni di euro, una cifra del tutto insufficiente».

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