P.a., blocco contratti da superare

Fonte: Italia Oggi

Recuperare risorse grazie all’ammodernamento della p.a. per dirottarle sullo sblocco dei contratti pubblici congelati dal 2009. Nei 44 punti della riforma della pubblica amministrazione, su cui il governo ha chiamato gli statali a una consultazione online, il rinnovo dei contratti ufficialmente non c’è, ma per il ministro della funzione pubblica, Marianna Madia, è come se ci fosse. Anche se per il 2014 il blocco continuerà, ma senza allungarsi al 2020. «Nel Def non si dice assolutamente che i contratti saranno bloccati fino al 2020», ha precisato il ministro replicando all’Usb (sindacati di base) che l’hanno duramente contestata nel corso di Forum P.a. «Il blocco è fino a fine 2014», poi bisognerà «recuperare risorse per sbloccare i contratti». Un obiettivo perseguibile solo con i risparmi di spesa originati dalla riforma che il governo Renzi ha in mente e che per questo andrà fatta «bene e velocemente». Senza dimenticare la lotta alla corruzione e all’evasione fiscale «una priorità del governo perché rubano risorse ai cittadini onesti». Per il ministro il blocco dei contratti pubblici dal 2009 è un’ingiustizia, «ma ci sono molte altre ingiustizie nel nostro paese e nella nostra pubblica amministrazione. È ingiusto che ci siano tante ragazze e ragazzi, vincitori di concorso, non assunti. Ed è una grandissima ingiustizia quella dei tantissimi precari che ci sono nella p.a.». Frutto, secondo il numero uno di palazzo Vidoni, di politiche sul personale che per tanti anni hanno consentito un accesso «non sano» alla p.a. Intanto, a pochi giorni dalla scadenza del termine per la consultazione pubblica (30 maggio), i dati del ministero parlano di circa 33 mila mail arrivate all’account attivato ad hoc dal governo ([email protected]). Tutte, ha assicurato il ministro, saranno prese in considerazione grazie a un sistema di estrazione automatica delle informazioni. Per il momento, tra i punti più caldi tra i 44 proposti dal duo Renzi-Madia spiccano la modifica dell’istituto della mobilità volontaria e obbligatoria, l’abrogazione del trattenimento in servizio (che secondo il dicastero sbloccherebbe 10.000 posti in più per giovani nella p.a.), la riduzione dei permessi sindacali, la licenziabilità dei dirigenti privi di incarico, l’eliminazione dell’obbligo di iscrizione alle camere di commercio. Una volta scaduta la dead line il governo trarrà le conclusioni nel consiglio dei ministri previsto per il 13 giugno. Indipendentemente dal fatto che nel frattempo sia intervenuta o meno un’intesa con i sindacati. Le rappresentanze dei lavoratori saranno certamente ricevute dal ministro. Ma da qui a parlare di un’intesa il cammino sarà lungo. «Ringrazio i sindacati per aver raccolto la sfida di commentare tutti e 44 i punti della riforma», ha dichiarato il ministro. E «il 45esimo punto, quello del rinnovo del contratto è quello che io concettualmente condivido ma il problema è che ci troviamo in un momento in cui le risorse non sono tante». Madia ha rassicurato la platea di Forum P.a. che non ci sarà alcuna mobilità «coatta e forzosa» per gli statali. «Vogliamo», ha precisato, «far funzionare la mobilità volontaria. Nelle oltre 33 mila email arrivate dai lavoratori pubblici c’è forte la richiesta di essere al posto giusto per il tempo giusto». L’obiettivo numero uno della mobilità sarà dunque la valorizzazione delle risorse umane «nel rispetto della retribuzione e del luogo di residenza».

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