Le mani sulla Civit

Fonte: Italia Oggi

Un nuovo presidente per la Civit, la commissione per la valutazione e la trasparenza delle pubbliche amministrazioni voluta da Renato Brunetta, all’epoca ministro della funzione pubblica, e passata nei suoi tre anni di vita attraverso diverse vicissitudini.
Ai tempi della prima Spending review messa a punto dal ministro dei rapporti con il parlamento, Piero Giarda, negli ambienti governativi circolava insistente anche la voce di una sua imminente chiusura, visto il blocco dei contratti pubblici e dunque di quella differenziazione dei salari, da imputare al merito e alla produttività, che la Civit avrebbe dovuto guidare.
Ma poi la commissione ha avuto nuovi compiti, diventando autorità nazionale anticorruzione.
Ora il percorso sembra ultimato, con la recente mossa del governo nel ddl di Stabilità.
Ci sarà un nuovo presidente che si aggiungerà agli attuali tre componenti della commissione, Antonio Martone, ex presidente, Romilda Rizzo, presidente, e Alessandro Natalini.
A fare la nomina sarà il governo e questa volta il ministro in carica della funzione pubblica, Filippo Patroni Griffi, che della Civit è stato componente, dovrà concordarla con i colleghi di Giustizia e Interno, rispettivamente Paola Severino e Anna Maria Cancellieri.
Già, perché si tratta di scovare non più un esperto di diritto pubblico, qual era il magistrato Martone, ma un esperto in materia di contrasto e repressione degli illeciti nella pubblica amministrazione che abbia anche il requisito della «notoria indipendenza».
E il compenso? Dovrà essere definito con decreto del presidente del consiglio, di concerto con l’Economia.
Ma una cosa il ddl Stabilità già la dice: il tetto di spesa complessivo resterà invariato, e dunque la torta di 480 mila euro (180 mila per il presidente e 150 mila per i semplici commissari) sarà necessariamente risuddivisa.
Per far fronte ai nuovi obiettivi, il presidente della Civit potrà servirsi anche del supporto della Guardia di finanza e dell’Ispettorato della Funzione pubblica.
L’operazione Civit non è l’unica, il governo con la legge sulla stabilità sta provando a caratterizzare vari organismi, dalla istituenda Agenzia per la coesione territoriale di Fabrizio Barca, ministro della Coesione, al super ente di ricerca di Francesco Profumo, responsabile dell’istruzione.
Del resto siamo a fine legislatura.

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