Statali, costa cara l’assenza per assistere parenti

Fonte: Il Sole 24 Ore

Con la legge di stabilità 2013 arriva solo la conferma del blocco per un altro anno del rinnovo dei contratti, uno stop partito nel 2011 con il decreto 78/2010, perché la cancellazione della vacanza contrattuale era già stata adottata dal vecchio Governo. Come ha precisato ieri il ministro Filippo Patroni Griffi per ripristinare la vacanza contrattuale sarebbe stato necessario un nuovo intervento legislativo con tanto di risorse aggiuntive e copertura finanziaria. Dopo la lunga notte del varo della legge di stabilità e in attesa di poterne leggere il testo definitivo, è nella risposta del ministro alle reazioni sindacali di giornata l’unico elemento di novità. «Certe dichiarazioni di esponenti sindacali dovrebbero tener conto delle reali disponibilità delle casse dello Stato», ha detto Patroni Griffi dopo aver letto i commenti critici di tutte le organizzazioni e i numeri diffusi dalla Fp Cgil, secondo cui il blocco dei contratti e dell’indennità di vacanza contrattuale comporterà tra il 2010 e il 2014 una perdita di salario complessiva di oltre 6 mila euro per gli statali, che si ritroveranno una busta paga alleggerita in media di 240 euro. Ieri è anche circolata l’ipotesi che la norma del blocco dei contratti venga stralciata per scriverla in via amministrativa (come del resto era già stato fatto in passato). Si vedrà.
Tutte confermate invece le altre misure del “pacchetto statali”, con la proroga, sempre a tutto il 2014, dei tagli del 5 e 10% delle quote di stipendio superiori a 90 e 150mila euro (misura su cui pendono ricorsi alla Corte costituzionale) e il dimezzamento della retribuzione nei giorni di permesso per l’assistenza a parenti disabili che non siano coniugi o figli riconosciuto dalla legge 104/1992.
Sui permessi ex legge 104 i tecnici della Funzione pubblica stanno per diffondere i dati relativi al 2011, con qualche mese di ritardo rispetto all’anno scorso per qualche problema tecnico dovuto alla migrazione di banche dati dal vecchio sistema al nuovo sistema Perla PA. Gli ultimi numeri ufficiali, relativi al 2010, sintetizzano il ricorso a questo permesso con le seguenti cifre: 244.997 beneficiari (7,4% del totale dei dipendenti) per un totale di 4.835.263 giornate di permesso e un costo stimato (calcolato considerando pari a 33mila euro lo stipendio medio annuo di un dipendente pubblico, per un costo giornaliero di 150 euro su 220 giornate lavorative) di 725milioni e 280mila euro. È questo l’aggregato di spesa che si intende aggredire con la nuova norma.
In attesa dell’invio alle Camere della Stabilità, a palazzo Vidoni si lavora intanto sulle schede prodotte da tutte le amministrazioni centrali, gli enti pubblici non economici e le agenzie sulle dotazioni organiche. Si deve chiudere l’istruttoria in tempo utile per il varo, entro fine mese, dei Dpcm che definiscono i criteri per il taglio delle dotazioni deciso con la spending review: il 20% del personale dirigente e il 10% di funzionari e dipendenti. Secondo le indiscrezioni trapelate, la ricognizione finora condotta conferma che problemi di soprannumeri ci sarebbero in Inps e Inail, dove per effetto dei piani industriali in corso, le dotazioni organiche sono pressoché coincidenti con il personale in servizio. Obiettivo del ministro è trovare possibili compensazioni. Secondo la Fp Cgil proprio i dipendenti di questi enti sarebbero i più colpiti dal blocco dei contratti: se per i dipendenti dei ministeri la perdita media in busta a regime sarà di 210 euro e per i lavoratori delle agenzie fiscali di 270 euro, per quelli degli enti pubblici non economici (Inps e Inail) sarà invece di 290 euro.

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