In montagna enti intermedi con più poteri

Fonte: Italia Oggi

Piena libertà per gli statuti delle città metropolitane di prevedere l’elezione diretta del sindaco. Riconoscimento di forme particolari di autonomia alle province montane e confinanti con paesi stranieri. Disciplina dettagliata dei nuovi meccanismi di elezione degli organi provinciali, con un occhio di riguardo per le quote rosa. Sono queste le novità più rilevanti contenute nel pacchetto di emendamenti presentati dai relatori al disegno di legge «Delrio» sul riassetto degli enti locali di area vista. La prima novità riguarda le modalità di elezione del sindaco metropolitano. Fermo restando che, in mancanza di diverse decisioni a livello locale, tale carica spetterà di diritto al primo cittadino del comune capoluogo, gli statuti potranno decidere senza più vincoli che essa venga attribuita direttamente dai cittadini. Al contrario, il testo attuale impone di articolare il territorio del comune capoluogo in più comuni, condizionando a tale passaggio la possibilità di prevedere a livello statutario l’elezione diretta del sindaco. La seconda novità riprende e amplia un’idea che era già stata esplorata dal governo Monti nella scorsa legislatura, quando si era prospettata (prima che la Consulta bloccasse l’operazione) la cancellazione tout court delle province che non rispettassero precisi requisiti demografici e dimensionali. Già allora venne ventilata la possibilità di sottrarre alla mannaia gli enti che confinano con l’estero. Ora il tema torna di attualità, abbinato al riconoscimento delle peculiarità della montagna. Anzi, soprattutto di quest’ultima, considerato che gli emendamenti prevedono di attribuire alle province interamente montane ed a quelle di confine compiti più ampi rispetto alle altre, assegnando loro la cura dello sviluppo strategico del territorio e la gestione in forma associata di alcuni servizi in base alle specificità del territorio stesso. L’ultima novità riguarda l’inserimento di due nuovi articoli (12-bis e 12-ter) per disciplinare le modalità di elezione degli organi delle province, che nel testo licenziato dal consiglio dei ministri sono appena abbozzate. È stato infine approvato un ulteriore emendamento dei relatori che riconosce, fino al prossimo contratto, al personale delle città metropolitane lo stesso trattamento economico previsto per il personale delle province.

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