Dirigenti statali italiani i più pagati d’Europa

Fonte: L'Eco di Bergamo

I dirigenti pubblici italiani sono i più pagati d’Europa, quasi il triplo della media stilata dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse). La bacchettata arriva da un rapporto dell’organismo internazionale che sottolinea come, nel 2011, la media di stipendio percepita dai dirigenti pubblici italiani era di 650 mila dollari (circa 482 mila euro) contro i 232 mila dollari (circa 172 mila euro) degli altri Paesi. Già, nel 2011, perché – come ricorda la Funzione pubblica – dallo scorso anno una legge ha cambiato le cose e vieta ai dirigenti della pubblica amministrazione di percepire più di 302.937 euro lordi. Legge fatta, anche se non per tutti, perché è ancora da approvare il decreto sul tetto dei compensi delle società pubbliche non quotate messo a punto dal ministero dell’Economia e delle Finanze, per non parlare di tutta la galassia delle società locali: pane per i denti del neocommissario alla revisione della spesa (spending rewiew) Carlo Cottarelli, che ha nel mirino enti locali e municipalizzate. In compenso però la quota dei dipendenti pubblici in Italia è inferiore alla media Ocse: il 13,7% contro il 15,5%. I dati dell’Ocse si basano su informazioni relative ai sei ministeri principali comuni ai Paesi aderenti: Interni, Finanze, Giustizia, Istruzione, Salute, Ambiente o loro equivalenti e su posizioni di vertice. I secondi classificati nella classifica dell’organizzazione si trovano agli antipodi e sono i neozelandesi (397 mila dollari, circa 294 mila dollari). In Francia, regno europeo della pubblica amministrazione, un dirigente dello stesso livello guadagna in media 260 mila dollari (192 mila euro) all’anno, in Germania 231 mila dollari (171 mila euro) e in Gran Bretagna 348 mila dollari (258 mila euro). Negli Stati Uniti, la retribuzione media è di 275 mila dollari (203 mila euro). Il ministero della Funzione pubblica, dal canto suo, ha precisato che i dati dell’Organizzazione parigina derivano da una rilevazione compiuta su soli sei ministeri, quelli in comune tra tutti i Paesi europei. «I valori più alti rilevati dall’Ocse sono riferiti a casi molto limitati relativi a posizione di vertice, mentre per quanto riguarda le altre categorie dirigenziali i dati sono ampiamente in linea con la media dei Paesi Ocse. Nel calcolo dei valori, oltre alla retribuzione lorda del dirigente, sono stati inclusi inoltre i contributi previdenziali e assistenziali a carico del datore di lavoro, che sono molto più alti in Italia rispetto a tutti gli altri paesi considerati, su percentuali vicine al 40%». Per di più essendo dati 2011, «non possono tenere conto del drastico intervento legislativo fatto successivamente. Nel 2012 infatti è stato istituito un tetto agli stipendi dei dirigenti pubblici che non permette di superare, anche cumulando, il trattamento economico del primo presidente della Corte di Cassazione, attestato a 302.937 euro annui lordi». In base ai dati del rapporto, inoltre, le cattive notizie per il nostro Paese non arrivano soltanto dalla quantità degli emolumenti elargiti ma dalla scarsa fiducia che i cittadini hanno in istituzioni e servizi rispetto a quella riposta negli altri Paesi. In Italia solo il 28% dei cittadini ha fiducia nel governo (40% la media); poca fiducia anche nel sistema giudiziario (38% contro una media Ocse del 51%) e in quello sanitario (55% contro 71%), nonostante la spesa pubblica nel 2011 arrivasse quasi al 50% del Prodotto interno lordo, con spese superiori alla media per welfare (41% contro 35,6%) e i servizi pubblici generali (17,3% contro 13,6%) e inferiori alla media per educazione (8,5% contro 12,5%) e difesa (3% contro 3,9%). E fuori dall’Europa? Due potenze economiche come Corea del Sud e Giappone non pagano i propri dirigenti più di 150 mila dollari (111 mila euro). Il report ha anche provato a rapportare gli stipendi dei dirigenti della pubblica amministrazione quelli di colleghi contrattualizzati da società non statali. Il risultato è che, a parità di competenze, un senior manager in forza all’amministrazione pubblica percepisce uno stipendio pari a 3,4 volte tanto quello di un omologo che lavora in un’azienda privata

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