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L’introduzione al “mondo” delle competenze trasversali
Anche per l’ambito delle competenze trasversali, esiste un linguaggio specialistico che occorre conoscere

Come in ogni disciplina, anche per l’ambito delle competenze trasversali, esiste un linguaggio specialistico che occorre conoscere, non solo per poter padroneggiare adeguatamente la materia, ma anche per poter comprendere i prodotti che la consulenza presente sul mercato ci offre sulla base delle nostre esigenze.
Il d.m. del Ministro della funzione pubblica definisce le COMPETENZE TRASVERSALI O SOFT SKILLS O CAPACITA’ COMPORTAMENTALI come “il set di comportamenti organizzativi che rappresentano l’espressione delle capacità trasversali e delle attitudini individuali rilevanti per svolgere «con successo» il proprio ruolo.”
Il riferimento non è qui alle conoscenze e nemmeno alle competenze tecnico specialistiche (alla conoscenza delle modalità applicative del sapere), ossia al “cosa” deve essere fatto, la cui definizione è rimessa all’autonomia degli enti; le competenze trasversali sono comportamenti organizzativi, ossia sono un “fare concreto”, che può derivare dall’apprendimento dell’abilità nel fare (capacità) e dalle propensioni individuali (attitudini), riferibile al “come” svolgere il lavoro in modo efficace.

In particolare, un comportamento organizzativo è tale in quanto è:

Per MODELLO DI COMPETENZA si intende “un raggruppamento di un certo numero di competenze trasversali rilevanti nello specifico ruolo/contesto organizzativo, che definisce i comportamenti efficaci associati ad esso, raggruppati in un numero limitato di dimensioni”.
Quindi, un modello di competenza è un insieme di competenze trasversali che un’entità organizzativa ritiene rilevante per quell’ambito in termini di comportamenti efficaci ad esso associati.
Ogni competenza trasversale è descritta con un certo numero di INDICATORI COMPORTAMENTALI SPECIFICI, che sono osservabili e verificabili.
Il decreto ministeriale ha individuato un dizionario (o framework) di competenze trasversali del personale non dirigenziale della pubblica amministrazione italiana, ossia un insieme ampio di competenze al quale ciascuna pubblica amministrazione – sulla base delle proprie variabili organizzative (come p.e. la complessità o la tipologia dei processi gestiti) e dei ruoli di inquadramento del personale – può attingere per formulare il proprio modello di competenze specifico per i ruoli di interesse.

Il framework è così rappresentato:

Figura 2 – Framework delle competenze trasversali del personale di qualifica non dirigenziale delle Pubbliche Amministrazioni italiane

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Sono state individuate 16 competenze trasversali, suddivise in 4 aree:

Ciascuna competenza viene qualificata con quattro indicatori comportamentali, articolati su tre livelli in riferimento a progressivi gradi di complessità rispetto all’espressione della competenza, ossia:

Vediamo un esempio di competenza:


Area Capire il contesto pubblico
SOLUZIONE DEI PROBLEMI

Analizzare situazioni o problemi, definendone il perimetro e focalizzandone gli elementi rilevanti, così da individuare tempestivamente soluzioni efficaci e rispondenti alle esigenze della situazione.

Indicatori di comportamento:

Livello 1

Livello 2

Livello 3


Le specifiche professionali del CCNL Funzioni Locali, nella declaratoria professionale, richiede per l’area degli operatori esperti una capacità di “risolvere problemi di routine”, per l’area degli istruttori una capacità di “risolvere problemi di media complessità, in un ambito specializzato di lavoro” e per l’area dei funzionari ed EQ una capacità di affrontare “problemi di notevole complessità”.
E’ pertanto evidente che la capacità di soluzione dei problemi attesa per i ruoli inquadrati nelle tre categorie andrà qualificata rispettivamente nei livelli 1, 2 e 3.
Il modello prevede anche tre valori trasversali a tutte le competenze (INTEGRITA’, INCLUSIONE, SOSTENIBILITA’), che costituiscono principi ideali dell’azione individuale e collettiva di chi lavora nella pubblica amministrazione. Il decreto, tuttavia, non dice molto su tali valori, che possiamo ricondurre alla motivazione che dovrebbe accompagnare l’azione dei pubblici dipendenti.

Leggi sulla medesima questione:

Parte 1: “L’approvazione del modello delle competenze trasversali dei dipendenti della Pubblica Amministrazione”
Parte 2: “Le basi giuridiche per l’inserimento della valutazione dei comportamenti organizzativi nei sistemi pubblici di reclutamento e di carriera”
Parte 4: “A cosa serve il modello delle competenze trasversali”


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