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La Corte Costituzionale boccia la riforma Madia della pubblica amministrazione
Ad appena pochi giorni dall'approvazione definitiva di ben cinque decreti attuativi della riforma Madia, tra cui quello importantissimo sulla dirigenza, la Corte Costituzionale, con sentenza n. 251/2016 ha dichiarato l'incostituzionalità della riforma Madia, in quanto lede l'autonomia delle Regioni.

Ad appena pochi giorni dall’approvazione definitiva di ben cinque decreti attuativi della riforma Madia, tra cui quello importantissimo sulla dirigenza, la Corte Costituzionale, con sentenza n. 251/2016 ha dichiarato l’incostituzionalità della riforma Madia, in quanto lede l’autonomia delle Regioni.

La legge delega Madia (legge n.124/2015) viola la Costituzione laddove prevede di riformare l’assetto pubblico solo “previo parere” e non “previa intesa” con le Regioni. In materie su cui queste non possono essere solo consultate: dai dirigenti della sanità alle partecipate e ai servizi locali come trasporti, rifiuti, illuminazione.

La legge delega deve quindi cambiare e di conseguenza anche tre su quattro dei decreti delegati “incriminati”. Si salva solo il testo unico del pubblico impiego, ma solo perché non ancora approvato dal Consiglio dei ministri (c’è tempo fino a febbraio). Mentre gli altri tre (dirigenti, partecipate, servizi pubblici) devono di fatto essere riscritti.

LEGGI la SENTENZA della Corte costituzionale 25/11/2016 n. 251

 

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