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Controversia di lavoro: il lavoratore che produce copia di atti aziendali che lo riguardano, non viene meno ai doveri di fedeltà
Un dipendente veniva licenziato a seguito di contestazione disciplinare nella quale si diceva che dall'esame dei documenti che egli aveva prodotto nella controversia per il riconoscimento di mansioni superiori promossa contro la società era emerso che si fosse impossessato ed avesse reso pubblica una lettera riservata

Un dipendente veniva licenziato a seguito di contestazione disciplinare nella quale si diceva che dall’esame dei documenti che egli aveva prodotto nella controversia per il riconoscimento di mansioni superiori promossa contro la società era emerso che si fosse impossessato ed avesse reso pubblica una lettera riservata, personale, inviata dal direttore ad altra dipendente in data 20 luglio 2007 e che egli avesse inviato dal suo indirizzo e-mail aziendale al suo indirizzo e-mail personale diversa documentazione, di varia natura, attinente rapporti che la società intrattiene con fornitori e committenti.

La Corte di Cassazione afferma che il lavoratore che produca, in una controversia di lavoro intentata nei confronti del datore di lavoro, copia di atti aziendali che riguardino direttamente la sua posizione lavorativa, non viene meno ai doveri di fedeltà, di cui all’art. 2105 c.c., tenuto conto che l’applicazione corretta della normativa processuale in materia è idonea a impedire una vera e propria divulgazione della documentazione aziendale e che, in ogni caso, al diritto di difesa in giudizio deve riconoscersi prevalenza rispetto alle eventuali esigenze di segretezza dell’azienda. Deve però valutarsi la liceità dell’impossessamento.

Corte di Cassazione Civile Lavoro 13/7/2016 n. 14305

 

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Il lavoro prende in considerazione anche le ultime novità in materia di whistleblowers e delle azioni del Governo assunte per contrastare il fenomeno del c.d. “furbetto del cartellino”.

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