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Il deposito del contratto collettivo in giudizio
La S. C. nella sentenza n. 10015/2016 stabilisce che non è possibile censurare l'interpretazione dei contratti collettivi senza riportare nel ricorso le norme considerate. Per questo è indispensabile depositare il testo integrale del documento contrattuale.

Corte di Cassazione Civile Lavoro 16/5/2016 n. 10015

La Corte di Cassazione, nella sentenza n. 10015/2016, afferma che non è possibile censurare l’interpretazione dei contratti collettivi senza riportare nel ricorso le norme considerate.
Per questo è indispensabile depositare il testo integrale del documento contrattuale.

L’onere di depositare i contratti e gli accordi collettivi su cui il ricorso si fonda – imposto, a pena di improcedibilità, dall’art. 369, secondo comma, n. 4, c.p.c., nella nuova formulazione di cui al d.lgs. 2 febbraio 2006 n. 40 – non può dirsi soddisfatto con la trascrizione nel ricorso delle sole disposizioni della cui violazione il ricorrente si duole attraverso le censure alla sentenza impugnata, dovendosi ritenere che la produzione parziale di un documento sia incompatibile con i principi generali dell’ordinamento e con i criteri di fondo dell’intervento legislativo di cui al citato d.lgs. n. 40 del 2006, intesi a potenziare la funzione nomofilattica, della Corte di Cassazione, considerato che la mancanza del testo integrale del contratto collettivo non consente di escludere che in altre parti dello stesso vi siano disposizioni indirettamente rilevanti per l’interpretazione esaustiva della questione che interessa.

 

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