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Manovra: tetto agli stipendi dei manager e consulenti pubblici

Un emendamento dei relatori alla Manovra stabilisce un tetto agli stipendi dei manager e consulenti pubblici da introdurre con decreto del presidente del Consiglio, previo parere delle Commissioni parlamentari, entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto salva-Italia. Questo limite è sottoposto a ”chiunque riceva a carico delle finanze pubbliche emolumenti o retribuzioni nell’ambito di rapporti di lavoro dipendente o autonomo con pubbliche amministrazioni statali. Il parametro che sarà preso a riferimento è il trattamento economico del primo presidente della Corte di Cassazione. Devono rientrare nel limite massimo stabilito le somme cumulate, comunque erogate all’interessato, anche nel caso di pluralità di incarichi”. In pratica i dirigenti della pubblica amministrazione non potranno guadagnare più di 300 mila euro lordi l’anno.

Un altro emendamento alla Manovra introduce lo stop al cumulo delle indennità per magistrati ordinari, amministrativi, militari e contabili, oltre agli avvocati e ai procuratori dello Stato, che ottengono un incarico presso un’altra amministrazione pubblica. Dice l’emendamento che «non possono ricevere a titolo di retribuzione o di indennità per l’incarico o anche soltanto per il rimborso spese più del 25% del trattamento».

(FONTE: www.ilpersonale.it)


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