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Pubblico impiego, nella spending review anche tagli del personale?

“Il governo stringe anche sulla spending review, dove una parte consistente dei risparmi arriveranno dal pubblico impiego, con la riduzione delle piante organiche che potrebbe coinvolgere a regime 2-300 mila dipendenti”. Lo scrive Il Corriere della Sera. Che precisa: “Il presidente del Consiglio, Mario Monti, vuole arrivare al Consiglio europeo del 28 giugno con la riforma del mercato del lavoro approvata definitivamente dal Parlamento e con il decreto per la riduzione della spesa pubblica già varato dal Consiglio dei ministri (probabilmente il 25 o 26 giugno). Il decreto dovrà assicurare risparmi per almeno 5 miliardi nella seconda parte del 2012 e 8-9 miliardi nel 2013. Oggi ci sarà un vertice tra i ministri e tecnici coinvolti, con la partecipazione del supercommissario Enrico Bondi, per stringere rispetto alle molte ipotesi sul tavolo”.

L’idea di fondo è di accorpare il più possibile le amministrazioni sul territorio, liberando così anche sedi da dismettere o per le quali oggi si paga un affitto (in questa direzione vanno anche gli accorpamenti tra agenzie decisi venerdì dal governo) e d’intervenire anche sul personale (sempre venerdì, si è deciso di ridurre del 20% i dirigenti e del 10% il resto del personale della presidenza del Consiglio e del ministero dell’Economia). Si pensa a un rigido blocco del turn over, ma anche a un possibile taglio lineare del 5% delle piante organiche, o a interventi di riduzione della dirigenza. Per tutti gli esuberi la legge Brunetta già prevede un percorso: prima l’ammortizzatore sociale, cioè l’80% della retribuzione per 24 mesi, come avviene con la cassa integrazione nel settore privato, poi il licenziamento se nel frattempo il lavoratore non sarà stato ricollocato. Secondo fonti sindacali, ci sarebbero documenti tecnici del governo che quantificano in 276 mila i potenziali esuberi. Tra le misure “temute dai sindacati c’è anche la rateizzazione o il blocco delle tredicesime (ma sembra avere poche chance perché avrebbe effetti depressivi sui consumi), il taglio dei buoni pasto e dei telefonini di servizio”.

(FONTE: www.rassegna.it)


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