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Madia: Lavorare per lo Stato ha un valore, chi sbaglia deve pagare
L’appuntamento di questa settimana è con Marianna Madia, ministra della Pubblica amministrazione, ospite negli studi del Corriere della sera a Roma con Alessandra Arachi, Tommaso Labate, Sergio Rizzo: sul tavolo i temi forti della riforma

Regole più chiare per chi sbaglia nella Pubblica amministrazione, vincitori di concorso assunti in tempi brevi, niente privilegi per i parlamentari e dirigenti autonomi dalla politica: ecco come vede il futuro dello Stato la ministra della Pubblica amministrazione, Marianna Madia, promotrice della riforma della Pa, e ospite venerdì pomeriggio di #corrierelive, con Alessandra Arachi, Tommaso Labate, Sergio Rizzo.

Vitalizi parlamentari: «Azzerare i privilegi»

L’affondo di Boeri sui vitalizi dei parlamentari è di ieri: «Sono insostenibili: circa 150 milioni di euro in più rispetto a quello che hanno versato», ha detto il presidente dell’Inps. Madia non si scompone: «Boeri è stato chiamato in audizione alla Camera, perché ci sono proposte, come quella del deputato Pd Richetti, perché si ripensino le pensioni dei parlamentari, facendo sì che abbiano una prestazione pensionistica eguale a ciò che hanno versato. Io penso che non sia giusto che le pensioni di chi ha cariche elettive usufruiscano di un regime diverso dalle persone che li hanno eletti. Quindi condivido la proposta di Richetti, la proposta più seria, giusta ed equa». Secondo Madia, bisognerebbe «azzerare i privilegi».

Mafia capitale

«La mia era una denuncia politica, sono contenta che dopo il Pd sia stato commissariato, e penso che quanto più i cittadini denunciano situazioni sbagliate sul territorio, tanto più si cambia la politica sui territori».

Il nodo dei dirigenti della Pa

Uno dei punti più criticati della riforma è il rischio che la dirigenza finisca asservita alla politica: un’accusa che Madia respinge immediatamente. «Con la riforma della dirigenza manteniamo l’autonomia e l’indipendenza dei dirigenti dalla politica. Al punto che – nota la ministra – se il dirigente che ha la responsabilità dell’attività gestionale non vuole portare avanti un atto che ritiene illegittimo, è giusto che lo faccia». Ovviamente «diverso è se il dirigente non approva l’indirizzo politico. In quel caso c’è una responsabilità dirigenziale e quindi avrà tutte le conseguenze, fino al licenziamento». Secondo Madia, tutte le critiche che si fanno ai dirigenti, anche sulla loro scarsa formazione, sarebbero esagerate: «Io credo che il livello di competenza nella Pa sia più alto di quello che si racconta, penso che per una cattiva legislazione ci sia stato un problema di come si recluta. Penso sia sbagliato che ogni singola amministrazione, da sola, sulla base di piante organiche che non hanno alcun senso e non hanno niente a che vedere con le esigenze della città, bandiscano concorsi, con graduatorie infinite. Se il nostro Paese ha bisogno di medici, oggi, non ha senso che assuma amministrativi. Forse il nostro è un problema di reclutamento: è fondamentale definire i bisogni delle amministrazione e poi reclutare. Anche perché il sogno di un ragazzo o una ragazza di lavorare nella Pa sia un sogno ambizioso ma possibile».

La valutazione dei dirigenti

«Basta con le carriere automatiche, perché arrivi un servizio migliore al cittadino anche i dirigenti saranno valutati in base al loro operato. Uno degli obiettivi di Brunetta, che aveva impostato tutta la riforma della Ps sul pubblico settore, era proprio la valutazione: ma oggi le valutazioni sono tutte uguali. Noi faremo due cose semplici ma efficaci: per quanto riguarda gli incarichi, la commissione che dovrà valutare se un dirigente ha svolto bene il suo incarico, avrà come criterio vedere come quel dirigente ha valutato i suoi dipendenti. Se tu valuti tutti uguali, avrai una carriera penalizzata, altrimenti sarai valorizzato. Seconda cosa: ci sarà la differenziazione obbligatoria dei livelli di produttività. Brunetta aveva urlato sui criteri rigidissimi da introdurre per premiare la produttività, e poi non ha realizzato niente, noi invece agiremo sui fondi che vengono distribuiti per la produttività: daremo certezze alle amministrazioni di come si costituirà il fondo e come dovrà essere erogato. Per quanto riguarda le risorse prese all’esterno, già oggi è una percentuale molto bassa, il 10%. Ma sempre più bisognerà verificare che non ci siano professionalità interne prima di ricorrere a professionisti esterni».

Le partecipate? Saranno più che dimezzate

«Non posso dare un numero sulle partecipate che chiuderemo, ma posso dire che sono migliaia. Abbiamo un incrocio di banche dati, ma su 8 mila partecipate stimate, saranno migliaia quelle che incappano nei criteri del decreto. Noi stiamo affrontando solo le società partecipate, e queste saranno più che dimezzate. Se l’ente locale deve chiudere una partecipata, e non lo fa, dovrà pensarci il ministero dell’Economia».

Tutti i vincitori di concorso saranno assunti in tempi brevi

«Uno dei primi decreti legge del governo ha abolito la doppia autorizzazione: prima di noi ogni amministrazione aveva una doppia amministrazione per bandire e assumere. Dal governo Renzi non si creeranno più vincitori di concorso non assunti. Ma ho sempre detto che tutti i vincitori di concorso devono entrare nell’amministrazione, e questo avverrà in tempi brevi. Poi il fenomeno sarà finito e non ne parleremo più», assicura Madia. Che invece glissa sul caso Sabbadini: «L’Istat ha piena autonomia».

Dipendenti pubblici: «Chi sbaglia deve pagare»

«Poiché penso che lavorare per lo Stato abbia un valore intrinseco forte, se ti vedo truffare l’amministrazione con una prova schiacciante, ti allontano senza stipendio. Per quanto riguarda i procedimenti disciplinari, cercheremo di semplificare le norme, rafforzare l’autonomia del procedimento rispetto al procedimento penale e arrivare a qualcosa: chi sbaglia deve avere una sanzione. Oggi non è così, chi sbaglia non paga. Bisogna rafforzare l’autonomia del procedimento disciplinare per avere delle norme efficaci. Ad esempio? Se vengo colto a passare un badge di un collega assente, entro 48 ore vado a casa senza stipendio. E se il dirigente non lo fa, viene punito. Io credo che sanzionare chi sbaglia sia una precondizione, come l’onestà in politica». Perché non è successo niente ai vigili che si sono ammalati a Capodanno?«Se ci sono assenza di massa o reiterate, come in quel caso, ci saranno dei meccanismi di legge diversi e attenti. Vedremo che norme fare: ma c’è stato un problema quella notte a Roma, e non c’erano leggi adatte a gestirlo».

L’autorità anticorruzione senza soldi? «Li avrà»

L’autorità anticorruzione non ha i soldi sufficienti per tutti i compiti che le vengono assegnati, ad esempio dal nuovo codice degli appalti. «L’Autorità sta diventando sempre più centrale – ammette Madia- e non c’è dubbio che Cantone avrà fatto un’analisi del fabbisogno del suo lavoro: ma assicuro che l’Autorità avrà tutte le risorse di cui avrà bisogno per svolgere il suo ruolo».


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