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Pubblico impiego, pensioni anzianità +34% in 9 mesi

La ”stretta” sul pubblico impiego, le norme sulla uscita forzata dalla pubblica amministrazione con 40 anni di contributi e i timori su nuove riforme spingono i travet a uscire dal lavoro. Nei primi 9 mesi del 2011 – secondo i dati Inpdap – le nuove pensioni sono state 75.743 (+5,27%) ma gli assegni di anzianità sono cresciuti del 34,2% passando da 39.477 a 52.973.

Le nuove pensioni nel complesso – si legge nei dati Inpdap – sono aumentate del 5,27% passando dalle 71.953 dei primi 9 mesi del 2010 alle 75.743 dei primi nove mesi 2011, ma a fronte del calo delle pensioni di vecchiaia, di quelle di inabilità e del cosiddetto part time (si va in pensione di anzianità ma si continua a lavorare part time) le pensioni di anzianità sono passate da 39.477 a 52.973 con una crescita del 34%.

Le pensioni di vecchiaia sono state nei primi nove mesi 2011 14.941, il 5,91% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. I nuovi assegni di inabilità sono stati 3.808 a fronte dei 4.394 dei primi 9 mesi 2010 (-15,39%) mentre un vero e proprio crollo si è registrato nel part time: nei primi nove mesi 2011 sono state solo 4.021 a fronte delle 12.258 dei primi nove mesi 2010 (-204%).

Il dato per il pubblico impiego è comunque in controtendenza con quello diffuso recentemente dall’Inps e riguardante i lavoratori dipendenti per i quali, nei primi 8 mesi del 2011, le pensioni di anzianità sono infatti diminuite del 36,5%. Probabilmente una parte consistente di coloro che ha scelto di andare in pensione nel pubblico impiego lo ha fatto temendo l’arrivo di nuovi interventi sul pubblico impiego e in generale il peggioramento delle condizioni del comparto.

(FONTE: www.ilpersonale.it)


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