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Codice etico per i dipendenti pubblici
Una specifica sezione dedicata ai doveri dei dirigenti, articolati in relazione alle funzioni attribuite

Negli emendamenti messi a punto dal Governo al disegno di legge sulla corruzione c’è anche l’introduzione di un codice etico per i dipendenti pubblici.

Filippo Patroni Griffi, ministro della pubblica amministrazione, presentando in aula gli emendamenti (otto in tutto) precisa come “il governo definisce un codice di comportamento dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni al fine di assicurare la qualità dei servizi, la prevenzione dei fenomeni di corruzione, il rispetto dei doveri costituzionali di diligenza, lealtà, imparzialità e servizio esclusivo della cura dell’interesse pubblico. Il codice contiene una specifica sezione dedicata ai doveri dei dirigenti, articolati in relazione alle funzioni attribuite”.

Il codice, che dovrà essere approvato con d.P.R. (previa deliberazione del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione, previa intesa in Conferenza unificata) sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e consegnato al dipendente che lo sottoscriverà all’atto dell’assunzione.

La violazione dei doveri contenuti nel codice compresi quelli relativi all’attuazione del piano di prevenzione della corruzione, è fonte di responsabilità disciplinare. La violazione dei doveri è altresì rilevante ai fini della responsabilità civile, amministrativa e contabile ogni qual volta le stesse responsabilità siano collegate a violazioni di doveri, obblighi, leggi o regolamenti. Per ciascuna magistratura e per l’avvocatura dello Stato, gli organi delle associazioni di categoria adottano un codice etico a cui devono aderire gli appartenenti alla magistratura interessata. In caso di inerzia il codice è adottato dall’organo di autogoverno. Sulla applicazione dei codici etici vigilano i dirigenti responsabili di ciascuna struttura, le strutture di controllo interno e gli uffici di disciplina.

(FONTE: www.ilpersonale.it)


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