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Dirigenti statali, firmato il Contratto collettivo nazionale
Aumenti medi del 3,78% per il personale dirigenziale delle Amministrazioni centrali: entro Natale si punta al rinnovo anche per le Funzioni locali
Sottoscritto dall’ARAN e dai sindacati in via definitiva il Contratto collettivo nazionale di lavoro dell’Area dirigenziale delle Funzioni centrali per il triennio 2019-2021. Il nuovo contratto entra definitivamente in vigore sin da subito con effetto su circa 6.200 tra dirigenti pubblici e professionisti delle Amministrazioni centrali (ministeri, agenzie fiscali, enti pubblici non economici).
In arrivo per i dirigenti statali aumenti medi del 3,78%, parte dei quali destinati a retribuzione di risultato. A ciò si aggiunge la possibilità, per le Amministrazioni, di riconoscere ulteriori incrementi fino allo 0,22% del monte salari con destinazione vincolata a retribuzione di risultato.
I punti salienti
Particolare attenzione all’interno del Contratto collettivo viene posta alla graduazione della retribuzione accessoria, la quale dovrà considerare non soltanto i risultati conseguiti ma, anche, la natura più o meno sfidante degli obiettivi fissati. Come riferito dal Sole 24 Ore, inoltre, viene differenziata la retribuzione di risultato riconoscendo in modo selettivo retribuzioni significativamente più elevate. Dal punto di vista delle regole sul rapporto di lavoro, si prevede anche per il personale dirigente e per i professionisti l’istituto del lavoro agile, disciplinato dalla legge 81/2017, adeguando, di conseguenza, anche il sistema delle relazioni sindacali.
Il prossimo step
Nel frattempo l’ARAN è già al lavoro per arrivare alla firma della dirigenza delle Funzioni Locali: traguarda che l’Agenzia mira a raggiungere entro Natale.
> Clicca qui per leggere: Rinnovo CCNL Dirigenti Funzioni Locali: il quinto incontro tra ARAN e sigle sindacali
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