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Dati Istat confermano la centralità del lavoro pubblico e l'efficienza dei servizi
Il Ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, commenta il rapporto “Cittadini e lavoro a distanza nella Pa durante la pandemia”, diffuso dall’Istat

Il Ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, commenta il rapporto “Cittadini e lavoro a distanza nella Pa durante la pandemia, diffuso dall’Istat.
Il rapporto presentato oggi da Istat ‘Cittadini e lavoro a distanza nella Pa durante la pandemia’, relativo al periodo maggio 2020-gennaio 2022, ci conforta per due ragioni. Da un lato, conferma lo sforzo imponente della Pubblica amministrazione durante l’intero periodo della pandemia e l’impegno di quei ‘volti della Repubblica’ che, con la loro dedizione, hanno garantito la tenuta dei servizi e della comunità. Diciannove milioni di persone, pari al 40% degli italiani, si sono rivolte ad almeno un ufficio pubblico e l’86,9% ha espresso almeno una volta molta o abbastanza soddisfazione. Significa che la Pa, per i cittadini, è sempre rimasta un punto di riferimento sicuro. Per questo abbiamo scelto, sin dall’inizio, con il Patto Governo-sindacati firmato il 10 marzo 2021, di porre l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale al centro della ricostruzione del Paese.
Dall’altro lato, la rilevazione testimonia la bontà delle scelte effettuate dall’Esecutivo per accompagnare l’uscita dall’emergenza, perché l’Istat mette a nudo anche le criticità che 6 cittadini su 10 hanno incontrato in questi due anni: l’allungamento dei tempi di erogazione dei servizi, la difficoltà di parlare con un operatore e di accedere agli sportelli fisici, i problemi nel prenotare i servizi online. I due terzi dei cittadini (il 64,1%) ritengono che il lavoro a distanza abbia comportato ritardi e disservizi e più di uno su due (56,1%) pensa che lo smart working non abbia migliorato la qualità dei servizi, pur riconoscendone l’impatto positivo sull’ambiente e sulla vivibilità delle città. Tutte criticità a cui abbiamo prontamente risposto, parallelamente alla messa in sicurezza sanitaria del Paese attraverso la campagna vaccinale. Sono state due le svolte che ho voluto imprimere: per rafforzare la capacità amministrativa, abbiamo ripristinato il turnover al 100% e sbloccato concorsi e assunzioni; per superare la sperimentazione del lavoro a distanza ‘emergenziale’, abbiamo regolato lo smart working nei contratti, trasformandolo in uno strumento di organizzazione del lavoro flessibile, intelligente, attento alla doppia posta in gioco del benessere dei lavoratori e della soddisfazione di cittadini e imprese per la quantità e la qualità dei servizi offerti. Salvaguardando efficienza e salute”.
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