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Rappresentanza femminile, nei Comuni supera il 50%

ç’Osservatorio ANCI-IFEL del Quotidiano Enti Locali&PA-Sole24Ore  rende noto che se da un lato cresce il numero di dipendenti di sesso femminile nelle amministrazioni comunali italiane, dall’altro permangono forti differenze tra Nord e Sud che impongono di trattare per lo meno con attenzione il tema della parità di genere. Secondo le rilevazioni di Ifel condotte a partire dai dati del ministero dell’Economie e delle Finanze, il personale in servizio nelle amministrazioni comunali italiane è composto da 416.964 unità (dipendenti comunali, dirigenti, segretari comunali e direttori generali), le donne costituiscono più della metà, il 53,0%. “Si tratta di un dato che assume valori eterogenei a seconda delle Regioni considerate: limitando il campo alle amministrazioni comunali del nord e del centro, la rappresentanza femminile risulta sempre superiore al dato medio nazionale, con le uniche eccezioni dei comuni umbri e marchigiani”, spiega Tommaso Ulivieri, Dipartimento Studi Economia Territoriale Ifel. “Da rilevare il dato delle amministrazioni comunali dell’Emilia-Romagna, dove oltre due terzi del personale (67,6%) è donna“.

Al Centro Sud, la parità è lontana da venire

Lo scenario muta radicalmente se ci sposta nelle amministrazioni comunali del Sud, con una proporzione tra i generi che si ribalta in favore degli uomini, in modo particolare nei comuni della Campania, dove il personale comunale di genere femminile rappresenta meno di un terzo del totale (30,2%). Entrando nel dettaglio delle diverse tipologie di personale, l’equa rappresentanza di genere si conferma, seppure con un costante squilibrio a livello regionale, sia per i dipendenti comunali (53,2% è donna) sia per i segretari comunali (50,1%).

Proprio in riferimento ai segretari comunali emerge un dato particolarmente interessante: a differenza delle altre cariche comunali, per le quali l’incidenza maggiore di donne si riscontra nei comuni del Centro-Nord, l’incidenza percentuale di segretari comunali di genere femminile è superiore al dato medio in prevalenza nei comuni delle regioni del sud e delle isole.

Guardando alle altre cariche comunali analizzate, quelle di dirigenti comunali e di direttori generali, la rappresentanza di donne diminuisce sensibilmente, attestandosi rispettivamente sul 34% e sul 20% del totale nazionale.

Dipendenti a tempo indeterminato: più della metà è donna

Passando all’analisi dell’universo dei dipendenti a tempo indeterminato nelle amministrazioni comunali italiane, composto da 368.889 unità, la rappresentanza di genere risulta equilibrata, con una leggera prevalenza delle donne che costituiscono il 52,9% del totale. La distribuzione geografica conferma una prevalenza dei Comuni del Centro Nord e l’incidenza maggiore registrata nelle amministrazioni comunali dell’Emilia Romagna, dove oltre due dipendenti a tempo indeterminato su tre sono di genere femminile (67,1%).

Al contrario, nelle amministrazioni comunali meridionali e insulari l’incidenza percentuale di dipendenti di genere femminile a tempo indeterminato è inferiore alla media, con una netta prevalenza degli uomini nei comuni di Campania e Calabria: in queste realtà i dipendenti a tempo indeterminato di genere femminile sono rispettivamente il 29,1% e il 30,3% del totale.

Dei 3.124 dirigenti a tempo indeterminato in servizio nei comuni italiani, il 36% è donna: In Valle d’Aosta, il 55,6%, dei dirigenti a tempo indeterminato è donna, ma valori superiori alla media nazionale si rilevano anche nei comuni di Piemonte, Liguria, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia ed Emilia-Romagna, e, al sud, nelle amministrazioni comunali insulari.


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