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Puglia. Innovazione: pubblico batte privato
Sull’«e-government» la regione fa meglio della media. Bene la banda larga. Ma burocrazia e credito scarso frenano le Pmi

Fonte: Corriere della sera

Un sistema economico su cui bisogna lavorare. Ma che ha tutte le possibilità per riprendersi. Nel ranking delle regioni che maggiormente hanno scommesso sulla leva dell’information technology la Puglia non brilla per performance.

E’ la terzultima per indice di modernità tecnologica seguita solo da Sicilia e Molise, penultima in termini di offerta business, data la scarsa presenza di top vendor e multinazionali in ambito hi-tech capaci di decriptare al meglio le esigenze del territorio di riferimento. Buona, invece, la performance – se paragonata alle altre realtà del Meridione – dell’infrastruttura di rete. Segno che la banda larga – problema cronico in larghe parti del Paese – in Puglia si sta affrontando con un certo piglio.

La cultura
Un sistema che non ha ancora raggiunto il suo equilibrio è la formula più adeguata per descrivere la Puglia in base ai risultati della ricerca congiunta Sda Bocconi e School of Management del Politecnico di Milano. Studio che verrà presentato domani a Bari nell’ambito di «Modernità&Territorio», il tour di convegni organizzato da CorrierEconomia e Ibm. Dice Paolo Pasini – docente di Sistemi informativi alla Scuola di direzione aziendale della Bocconi e tra i curatori della ricerca – che «a mancare è soprattutto la capillarità dell’offerta di hardware e software per le imprese, che non le incoraggia a fare maggiori investimenti in innovazione».

E a complicare il quadro complessivo è l’assenza di una solida cultura Ict, che tradisce sia le classi decisionali (molti imprenditori spesso ignorano le potenzialità di nuovi ritrovati tecnologici), sia gli operatori It delle aziende.

Colpa delle università? «Non direi – aggiunge Pasini -. La realtà è che alcune eccellenze, come il Politecnico di Bari, rischiano di essere vere e proprie cattedrali nel deserto». Racconta Emilio Mastantuoni, manager Ibm con delega alle Pmi del Sud Italia, che «il problema è solo nel personale dell’information technology di fascia media, perché i talenti cresciuti nelle università meridionali sono tanti e danno spesso vita a progetti innovativi che si traducono in start-up di successo».

Ecco perché soprattutto l’area industriale di Bari dà segni di vitalità in una congiuntura non certo semplice per il Paese: «Soprattutto la meccanica e l’automazione – spiega Michele Vinci, presidente di Confindustria Bari – resistono alla crisi, nonostante gli investimenti in information technology spesso rasentino il 70% dei costi aziendali e spesso è difficile sostenerli».

Il credito
Siamo lontani, certo, dall’ipotesi dei prefetti nelle banche, ipotesi tremontiana nell’apice della grande crisi, ma per aprire i rubinetti del credito e incoraggiare i piccoli a investire in information technology non bastano le buone intenzioni. Soprattutto se – mette nero su bianco la ricerca Bocconi-Politecnico – un’altra criticità pugliese è il parametro relativo ai finanziamenti. Al di sotto anche della media delle altre regioni del Mezzogiorno, colpa del lento processo decisionale che finisce per ritardare commesse e pagamenti.

«E’ colpa della burocrazia – conviene Vinci -. A volte passano parecchi mesi tra l’apertura di un bando e l’erogazione del contributo pubblico, un lasso di tempo che finisce per scoraggiare l’imprenditore che vuole investire per informatizzare i propri processi produttivi».

Così – spiega Mastantuoni (Ibm) – «le aziende del Sud fanno sempre maggior ricorso a consulenti esterni e business partner, ma per forza di cose sono costrette a ridurre il loro staff di information technology interno».

Amministrazioni
La «banda stretta», neologismo di ultimo conio, può applicarsi solo in parte alla Puglia. Perché – al netto di un’Italia non uniformemente cablata – il «tacco» del Paese fa registrare un’infrastruttura di rete all’avanguardia (anche per i servizi telematico-finanziari) e soprattutto sorprende per l’utilizzo degli strumenti in Ict nella pubblica amministrazione locale. Il dato è persino superiore alla media nazionale, segno di classi dirigenti illuminate che hanno interpretato al meglio il progetto di egovernment del territorio. Lo rileva anche Vinci (Confindustria) che pone l’accento sulla banda larga: «In passato i tempi di trasmissione dei dati erano molto dilatati, ora la situazione è migliorata anche se persistono ancora alcune criticità». Mentre Pasini (Bocconi) segnala che anche «l’offerta Ict ai consumatori – quindi non eccessivamente sofisticata – è in linea con le altre regioni del Sud e con le esigenze della popolazione».

Fabio Savelli


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