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Cassazione: sono validi gli atti dei dirigenti delle Entrate «decaduti»

Fonte: il Sole 24 Ore

Gli atti dell’Agenzia delle Entrate (come accertamenti fiscali e cartelle) firmati da dirigenti poi decaduti in seguito alla sentenza della Corte Costituzionale sono comunque validi. Lo ha stabilito, con sentenza di oggi, la Corte di Cassazione precisando comunque che i dirigenti “illegittimi” dovevano avere una delega da parte del dirigente di “ruolo”.

I giudici della Suprema Corte, in questa decisione che interviene in una querelle che avrebbe potuto coinvolgere migliaia di atti dell’Agenzia, stabiliscono così il principio che la nullità degli atti deve comunque essere prevista per legge. E questo non è il caso degli atti contestati alle Entrate e che molte associazioni di consumatori hanno annunciato che avrebbero impugnato. Non ha quindi alcuna rilevanza, secondo i giudici, il fatto che l’atto sia stato sottoscritto da un dirigente, a patto appunto che fosse legittimato da una particolare delega.

«Essendo la materia tributaria governata dal principio di tassatività delle cause di nullità degli atti fiscali – scrive la Cassazione nella sentenza – e non occorrendo, ai meri fini della validità di tali atti, che i funzionari (delegati o deleganti) possiedano qualifiche dirigenziali, ne consegue che la sorte degli atti impositivi formati anteriormente alla sentenza n. 37 del 2015 della Corte costituzionale, sottoscritti da soggetti al momento rivestenti funzioni di capo dell’ufficio, ovvero da funzionari della carriera direttiva appositamente delegati, e dunque da soggetti idonei ai sensi dell’art. 42 del d.P.R. n. 600 del 1973, non è condizionata dalla validità o meno della qualifica dirigenziale attribuita per effetto della censurata disposizione di cui all’art. 8, 24° comma, del d.l. n. 16 del 2012».

La Corte di Cassazione mette così fine alla querelle nata in seguito alla decisione della Consulta del marzo scorso con la quale sono stati dichiarati illegittimi centinaia di dirigenti delle agenzie fiscali che erano stati promossi senza concorso. Subito dopo la sentenza della Corte, molte associazioni dei consumatori avevano annunciato ricorso contro gli atti dell’Agenzia firmati da quei dirigenti e quindi sospetti di nullità. E anche nello stesso Governo il sottosegretario all’Economia, Enrico Zanetti, aveva sollevato il tema. Ora la decisione dei giudici di Cassazione dovrebbe metter fine almeno a questo problema, ma non ancora a quello di trovare soluzione al problema dei dirigenti illegittimi per i quali il Senato si sta attualmente adoperando con emendamenti del Pd alla Legge di Stabilità.

L’emendamento, a prima firma Giorgio Santini, va nella direzione di risolvere il nodo dei funzionari decaduti e prevede che «le agenzie fiscali possono attribuire, in numero non superiore a quello dei posti oggetto delle procedure concorsuali» previste «incarichi di responsabilità provvisoria di uffici dirigenziali non generali a funzionari della terza area delle agenzie stesse, in possesso del diploma di laurea, che abbiano maturato un’anzianita’ di almeno 5 anni nell’area di appartenenza».

Un altro emendamento a firma Cecilia Guerra, Giorgio Santini e Pamela Orrù, depositato in commissione Bilancio al Senato, sul problema del personale prevede che in via provvisoria si attribuiscono nuovamente le funzioni svolte e le retribuzioni percepite.
Il testo così recita: «Al fine di evitare un pregiudizio alla continuità dell’azione amministrativa ai dipendenti dell’amministrazione economico-finanziaria, incluse le Agenzie fiscali, cui sono state affidate le mansioni della terza area sulla base dei contratti individuali di lavoro a tempo indeterminato stipulato in esito al superamento di concorsi banditi in applicazione del contratto collettivo nazionale di comparto del quadriennio 1998-2001 continua a essere corrisposto, a titolo individuale, e in via provvisoria, sino a una specifica disciplina contrattuale, il relativo trattamento economico e gli stessi continuano a esplicare le relative funzioni».


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