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Assunzioni: tra vincoli di bilancio e concorsi rinviati, gli Enti locali sono allo stremo
Le risorse del Recovery Plan al centro della riunione tra i sindaci e il ministro della PA Brunetta

Come denunciano ormai da tempo i rappresentanti degli Enti locali, la carenza di personale negli uffici è divenuta insostenibile; al riguardo, nel corso della giornata di ieri si è tenuto un incontro tra i sindaci e il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta per porre rimedio a tale situazione, anche in un’ottica di sfruttamento strategico delle risorse del Recovery Plan.

I limiti

Sono tante le disposizioni normative che negli ultimi anni hanno, da un lato, ridotto le capacità assunzionali delle Amministrazioni e che dall’altro hanno spopolato gli uffici pubblici: oltre ai meccanismi del turn-over e di quota 100, nel periodo più recente la stessa possibilità di svolgimento delle prove concorsuali è stata ampiamente frustrata a causa dell’emergenza sanitaria. I veri limiti, tuttavia, risiedono nelle regole stabilite da alcuni specifici provvedimenti normativi, parte dei quali anche risalenti negli anni: rileva anzitutto il contenimento delle spese di personale al di sotto della media dell’anno 2011/2013 o dell’anno 2008, richiesto dai commi 557 e 562 dell’articolo unico della legge n. 296/2006. Questo vincolo opera senza discrezione, a prescindere dalla situazione finanziaria di ciascuna Amministrazione. Segue poi l’articolo 9 del decreto legge n. 78/2010, che non permette di sforare la spesa del 2009 per prestazioni di lavoro flessibile; questa è forse la questione più problematica da risolvere, anche alla luce degli scarsi margini di superamento in via interpretativa concessi dalla magistratura, soprattutto volendo ancorare la ripresa a un massiccio piano di assunzioni a tempo indeterminato.

La semplificazione

Anche disposizioni più recenti, come il decreto 17 marzo 2020, per quanto utile nel quantificare i margini assunzionali in base alla capacità di bilancio, fornisce meccanismi di calcolo talmente intricati da sfociare in un complessivo, e inaccettabile, rallentamento procedurale. I limiti appena elencati, inoltre, varrebbero anche in sede di erogazione del trattamento accessorio, comunque dovuto, a favore dei nuovi assunti; anche alla luce di ciò, sarà molto difficile garantire il rispetto delle soglie stabilite. L’impegno necessario per venire incontro al fabbisogno degli Enti locali, infine, non potrà prescindere dall’attuazione di procedure concorsuali celeri ma comunque in grado di valorizzare le professionalità più adatte. Insomma, non sembra esserci altra strada percorribile oltre a quella che presuppone una decisa semplificazione normativa, tale da alleggerire in misura consistente le restrizioni che gravano sull’operato degli amministratori locali.


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