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Scontro nel Governo sui lavoratori della Pa. Patroni Griffi: «Nessun licenziamento», Fornero: «Parità di trattamento con il privato»

Fonte: IL SOLE 24ORE

«Tenuto conto delle specificità del pubblico impiego auspico parità di trattamento tra i lavoratori del settore privato e quelli del settore pubblico». Così il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, dopo che il ministro della P.A. Patroni Griffi ha detto che nella delega del pubblico impiego non sono previsti i licenziamenti.
«Nei giorni scorsi avevo già espresso questo auspicio – ha detto Fornero – e credo che debba essere preso in considerazione. Io sono anche ministro delle Pari Opportunità che non riguarda solo uomini e donne ma anche lavoratori pubblici e privati, lavoratori immigrati e lavoratori nativi. C’è un concetto più ampio e mi parrebbe in contrasto con il mio mandato se dicessi che le cose dovessero andare diversamente».
Fornero risponde così al ministro della Funzione pubblica Patroni Griffi che ha spiegato che la delega sul pubblico impiego nell’ambito della riforma del mercato del lavoro non conterrà una norma sui licenziamenti disciplinari. «La delega – ha detto il ministro a margine di un convegno sulla Pubblica amministrazione organizzato dalla School of Government e dalla Scuola superiore della pubblica amministrazione – non conterrà una disposizione specifica sui licenziamenti disciplinari ma si rimetterà al Parlamento».
Il ministro ha quindi spiegato quali sono gli aspetti ancora da dirimere: «Se si prevede la responsabilità del dirigente nel pagare l’eventuale indennizzo (per licenziamento ingiusto, ndr) non avremo più un licenziamento. Se non si prevede la responsabilità del dirigente, a quel punto paga Pantalone e quindi va a carico della collettività. Uscire da questa situazione è complicato e bisogna trovare un equilibrio».
Per quanto riguarda i lavori, ha aggiunto, «la delega è sostanzialmente pronta, ci sono ancora un po’ di contrasti, con la Fornero – ha chiarito – non ce ne sono, ma esistono a livello di commentatori e politici a causa della non conoscenza dettagliata del testo. Ad esempio – ha spiegato – non è vero che viene meno la valutazione del merito, ma si tratta di far funzionare meglio il sistema che fino ad oggi non ha funzionato».


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