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Semplificazioni per portare il settore pubblico nel futuro
Il ministro per la Pubblica Amministrazione Fabiana Dadone in audizione dinnanzi alla commissione Affari costituzionali della Camera

Una Pubblica Amministrazione più digitale e non solo nella fase dell’emergenza Coronavirus. In questo modo il ministro per la PA Fabiana Dadone immagina il futuro della macchina pubblica, parlando in audizione dinnanzi alla commissione Affari costituzionali della Camera L’audizione, in videoconferenza, ha fatto riferimento alle iniziative di competenza del suo dicastero adottate per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Coronavirus.

Il ministro in premessa ha fatto presente che per la Pubblica Amministrazione la cosiddetta “fase 2” non implicherà una grande differenza rispetto alla fase precedente, proprio perché la Pubblica amministrazione non ha avuto un lockdown ma ha proseguito il suo lavoro in modo diverso. Quindi si è soffermata sul lavoro agile evidenziando come sia stato lo strumento per tutelare la salute dei dipendenti pubblici e come la situazione creata dalla pandemia abbia imposto una drastica sterzata sul tema del lavoro agile nella PA, infatti in poche settimane si è arrivati ad avere circa l’85% di lavoratori in smart working. Quindi ha fatto presente che per consentire questo sono dovuti anche intervenire con delle norme per potenziare e rendere più snelle le procedure, in particolare di acquisto di beni e servizi digitali sia tramite Consip che tramite l’acquisto diretto da parte dell’amministrazione.

>> IL TESTO DELL’AUDIZIONE.

Il ministro ha poi affermato di ritenere che lo smart working rappresenta una possibilità di organizzazione ottima del lavoro e della vita del personale, non solo per le pubbliche amministrazioni ma anche di tutto il paese. Quindi per il futuro l’idea è di arrivare a mantenere questa modalità di lavoro nella misura stabile del 30%, e per tale ragione si vuole avviare il monitoraggio a regime del lavoro agile, con una consultazione specifica che raccolga anche le esperienze dirette dei lavoratori, per riuscire a condividere le buone pratiche e capire dove le procedure sono andata a buon fine. Ha proseguito evidenziando che il lavoro agile non comporta soltanto una rivoluzione in termini organizzativi, ma anche in termini operativi e logistici. Infatti, con questa nuova modalità di lavoro sono stati ridotti notevolmente gli spostamenti, con un decongestionamento del traffico. Si è quindi avuto una riduzione dell’impatto ambientale notevole. Anche per tale ragione ritiene che lo smart working andrebbe implementato anche in una fase successiva. “Ovviamente si tratta di una modalità di lavoro basata su un nuovo rapporto fiduciario che ci deve essere tra il dirigente e il personale non dirigenziale, nel quale la dirigenza deve avere la capacità di dimostrare di essere in grado di pianificare e di controllare tramite una valutazione della produzione del risultato”, ha infine aggiunto la Ministra. Ha ricordato che, tra gli di strumenti messi a disposizione delle pubbliche amministrazioni nel Decreto Cura Italia, è stata inserita una norma per consentire alle singole amministrazioni di acquistare, con una procedura molto snella, la connettività, i beni e servizi, senza previa pubblicazione del bando di gara e selezionando affidatari tra almeno 4 operatori economici di cui uno sia una startup o PMI innovativa. Inoltre, è stata prevista la possibilità per gli operatori delle telecomunicazioni di potenziare tempestivamente la qualità delle reti, sempre sotto la vigilanza della AGCOM.

“Superata l’emergenza la PA dovrà rinnovarsi per sostenere il Paese nel suo percorso di pieno rilancio attraverso un robusto pacchetto di semplificazioni che snelliscano davvero l’interazione tra Stato e cittadini, soprattutto – ha sottolineato – a beneficio delle imprese per rilanciare il settore economico accelerando i procedimenti amministrativi riguardanti gli insediamenti produttivi, le opere pubbliche e private di rilevante impatto sul territorio e l’avvio di attività imprenditoriali”.

“Interventi dalla indiscussa valenza strategica per generare effetti positivi sulla crescita e sull’occupazione. Pertanto – ha spiegato ancora Dadone – si tratta di semplificare le procedure amministrative nel settore edile, ad esempio, snellendo i procedimenti e riducendo i tempi, in favore delle imprese di settore e dei cittadini, pur nel pieno rispetto delle norme a tutela dell’ambiente e della sicurezza dei lavoratori”.

“Per snellire e semplificare le procedure dei concorsi – ha aggiunto – si intende applicare, in via derogatoria fino al 31 dicembre 2020, un massiccio ricorso all’utilizzo degli strumenti digitali, decentrando le prove in più sedi sul territorio nazionale con lo scopo di evitare, stante le misure di contenimento per il Coronavirus, lo spostamento dei candidati. Saranno – ha precisato ancora Dadone – prove veloci e digitalizzate, fermi restando i principi di trasparenza, imparzialità e buon andamento dell’amministrazione”.

>> IL VIDEO DELL’AUDIZIONE DEL MINISTRO DINNANZI ALLA COMMISSIONE AFFARI COSTITUZIONALI DELLA CAMERA.


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