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Coronavirus: formazione da remoto in alternativa al collocamento in esenzione
Ulteriori chiarimenti sul protocollo d'intesa sottoscritto da ministro per la PA e sigle sindacali

Dal Sole 24 Ore – In collaborazione con Mimesi s.r.l.

La formazione da remoto deve essere utilizzata, in alternativa e prima del collocamento in esenzione, per i dipendenti pubblici non impegnati nel lavoro agile, non utilizzati nello svolgimento di attività indifferibili che richiedono la presenza negli uffici e che hanno utilizzato tutte le ferie pregresse, i riposi compensativi, la banca delle ore ed i congedi previsti dalla normativa e dai contratti. É questo l’elemento maggiormente innovativo che caratterizza il protocollo sottoscritto lo scorso 3 aprile tra il Ministro per la Pubblica Amministrazione e le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil. Questo documento imprime una forte spinta a che le Pa diano corso alla formazione a distanza nella attuale fase di emergenza da Covid-19. Siamo in presenza di una scelta assai importante e positiva, che coglie il rilievo della formazione e che vuole utilizzare questo periodo in cui le attività delle Pa sono rallentate per migliorare la qualificazione e l’aggiornamento di molti dipendenti. Questa possibilità peraltro viene incontro alle preoccupazioni che hanno molti dirigenti e responsabili a utilizzare il collocamento in esenzione: si teme infatti di rendersi responsabile di un «danno erariale» per la corresponsione di trattamento economico, peraltro comprensivo anche del salario accessorio o di buona parte dello stesso, nonché per la maturazione di ferie, anzianità, tredicesima, a fronte del mancato svolgimento di una prestazione lavorativa di sorta.

Il protocollo risulta pienamente coerente, anche per le specifiche dichiarazioni di principio, con le indicazioni fornite dalla Funzione pubblica, da ultimo con la circolare n. 2/2020. Esso inoltre riprende le linee guida che sono alla base della intesa sottoscritta nelle scorse settimane tra le organizzazioni imprenditoriali e quelle sindacali con il patrocinio della Presidenza del Consiglio sulla organizzazione del lavoro nella attuale fase di emergenza sanitaria.
Al punto 5 degli impegni che vengono assunti dalle parti si chiarisce che i dipendenti non utilizzati in lavoro agile e, si deve aggiungere, che non svolgono attività indifferibili che richiedono la presenza presso gli uffici o che non ruotano con altri colleghi, fermo restando il collocamento in ferie per utilizzare quelle pregresse maturate fino al 31 dicembre dello scorso anno, i riposi compensativi, la disponibilità della banca delle ore ed i congedi, possono essere destinatari di pacchetti di formazione a distanza individuati dall’ente. Questa possibilità si deve ritenere preventiva al collocamento in esenzione dal lavoro.

Il protocollo si caratterizza inoltre per i seguenti due chiarimenti. In primo luogo, che la fruizione dei congedi parentali per i dipendenti non impegnati in lavoro agile non può essere imposto. Inoltre, per la indicazione che i soggetti che hanno permessi per l’assistenza a più congiunti disabili, nonché che sono essi disabili ed assistono congiunti che si trovano in tale condizione, possono nel mese di marzo ed aprile usufruire delle 12 giornate aggiuntive per ognuno di tali congiunti.

Il protocollo detta 10 impegni assunti dalle parti, tra cui lo stimolo a dare corso a relazioni sindacali per dare attuazione ai principi dettati dal documento; la rimodulazione della organizzazione del lavoro per ridurre la presenza dei dipendenti e degli utenti; l’impegno ad avere ambienti lavorativi salubri, anche con pulizia giornaliera e sanificazione periodica; la priorità al lavoro agile; la erogazione di servizi che richiedono la presenza del pubblico attraverso appuntamenti cadenzati; il contingentamento degli accessi alle aree comuni; gli interventi da effettuare nel caso in cui si riscontri la positività di un dipendente; l’isolamento momentaneo dei dipendenti che hanno la febbre o presentano sintomi riconducibili al Covid-19.


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